Autore: IN EVIDENZA Spettacolo

Brindisi: stasera in piazza Duomo «Romeo e Giulietta_muovimi il fiato»

Sabato 26 agosto alle ore 21:00 lo spettacolo “Romeo e Giulietta_muovimi il fiato”, per la regia e la direzione artistica di Maria Chiara Di Giulio, aprirà il programma 2023 dei solenni festeggiamenti in onore dei Santi Patroni della città di Brindisi, San Lorenzo da Brindisi e San Teodoro d’Amasea. Sul palcoscenico della suggestiva Piazza Duomo si esibiranno i danzatori dell’Accademia delle Danze con la partecipazione straordinaria della Compagnia CDG Danza nei due atti e sedici quadri con le originali coreografie a firma di Maria Chiara Di Giulio (tre quadri sono a firma di Antonella Cofano e Fabrizio Natalicchio). La cura dell’organizzazione dell’evento è affidata a Salvatore Sava Marcorio, Presidente dell’Accademia delle Danze, associazione che da oltre vent’anni promuove e valorizza la cultura mediterranea e l’arte tersicorea in tutte le sue manifestazioni, forma giovani danzatori ed artisti. Obiettivo primario dell’associazione è quello di utilizzare l’elemento spettacolo per sostenere e valorizzare lo sviluppo territoriale al fine di migliorare la qualità di vita e l’identità culturale, e creare un riferimento concreto in termini di risorse per le future programmazioni.
Lo spettacolo è liberamente ispirato a “Romeo e Giulietta”, la più grande e disperata storia d’amore, la vicenda resa immortale da Shakespeare, un’originale messinscena del capolavoro del bardo che incanta, commuove, affascina e seduce. L’interpretazione e la regia fanno emergere la forza immortale dell’amore contrastato e avvicinano la storia al cuore del pubblico.
La trama è nota: due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si osteggiano da generazioni; dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella, il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto. Maria Chiara Di Giulio ed il suo staff si sono cimentati nella trascrizione in danza del teatro shakespeariano, declinando l’amore nel suo spirito più sublime ed elevato. i due innamorati lanciano un monito irresistibile alla vanità degli uomini e, rifiutando i pregiudizi della cultura dominante, con straordinaria modernità s’incamminano verso il loro destino. La morte diventa tribunale implacabile per chi resta e trionfo dell’impossibile per chi ama.
La magia di un amore senza tempo, così grande da perdere anche la sua dimensione spaziale: un omaggio al sentimento assoluto con il quale i due innamorati trovano il loro posto nel mondo. ma anche, un manifesto sul diritto all’amore, qualunque latitudine culturale o geografica abbia, al di là dei confini di pensiero e di tradizione. ognuno dei due amanti scopre se stesso nell’altro e comprende che per esistere deve fuggire dai limiti di una condizione che gli è stata imposta a costo dell’annientamento. la rilettura dell’Accademia delle Danze ne restituisce tutta la verità e la bellezza.
«Che significa Montecchi? nulla: non una mano, non un piede, non un braccio, non la faccia, né un’altra parte qualunque del corpo di un uomo. che cosa c’è in un nome? ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se la chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso profumo». In queste poche righe la grandezza di un’opera che è patrimonio della cultura occidentale, favola immortale tra odio e amore…

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