L’infortunio occorso a D’Angelo Harrison e il passaggio alla Top-16 della Champions League (con il possibile impiego di sette stranieri) hanno spinto l’Happy Casa Brindisi a tornare sul mercato per potenziare il roster e in particolare il reparto esterni. La scelta del direttore sportivo Simone Giofrè, d’intesa con coach Vitucci, è ricaduta su Joshua Bostic, in uscita dall’Unahotels Reggio Emilia. Il giocatore ha già definito il suo rapporto con la Pallacanestro Reggiana e dovrebbe arrivare a Brindisi nella mattinata di sabato 20 febbraio con un aereo in partenza da Bologna, dopo aver risolto alcuni problemi di organizzazione familiare. Il comunicato ufficiale della NBB arriverà soltanto quando saranno perfezionati i dettagli contrattuali, senza dimenticare le rituali visite mediche alle quali dovrà sottoporsi. Intanto lo staff tecnico biancoazzurro spera che Derek Willis recuperi al più presto la migliore condizione, discorso che vale anche per James Bell (nella foto di Vincenzo Tasco proprio con Bostic durante il match con Reggio). Ecco il servizio di presentazione del nuovo acquisto firmato da Paolo Mucedero, con l’analisi delle caratteristiche del giocatore Usa e degli aspetti di ordine disciplinare che hanno caratterizzato il suo rapporto con lo staff tecnico emiliano.
Josh Bostic è una guardia/ala di 196 cm e 104 kg. Di recente era stato allontanato dal roster della UnaHotels Reggio Emilia di coach Antimo Martino, ed il suo taglio era stato ampiamente previsto; confermato poi dall’ingaggio di Brynton Lamar che andrà a sostituire l’esperta guardia, al centro di alcune interessanti voci di mercato. Nelle ultime ore la svolta in direzione Brindisi. Bostic va inquadrato a cavallo delle rotazioni tra spot di guardia e ala piccola, vedremo se partirà in quintetto; una valutazione non da poco: alla base della rottura tra lo staff tecnico di Reggio Emilia ed il giocatore, infatti, ci sarebbe la mancata partenza in quintetto nel quarto di finale di Coppa Italia contro l’Armani Milano. Quando poi chiamato in causa, Bostic, ha oggettivamente offerto una prova criticabile e criticata da società e squadra. Coach Martino non ha ovviamente fornito i dettagli, ma era chiaro che nelle ultime settimane, l’ambiente in casa Reggiana fosse davvero pesante; a quanto pare, anche a causa di Josh Bostic che, come riportato su Il Resto del Carlino, appariva ormai come un corpo estraneo al gruppo squadra. Vicenda simile a quella di Dominique Sutton, anch’egli ormai allontanato dal gruppo squadra, e per il quale si fanno forti i richiami dall’estero. Atteniamoci, per ora, all’aspetto tecnico tattico e tracciamo un profilo del giocatore per capire come si andrebbe ad incastrare sullo scacchiere di coach Vitucci. Il 33enne di Columbus, Ohio, ha sicuramente un’importante dimensione fisica che lo rende indicato a sostenere i cambi di marcatura tipici della difesa di coach Vitucci, perlomeno non concedendo ampi vantaggi ai mismatch. E’ molto aggressivo sulla palla, tende ad interrompere le linee di passaggio e ostacolare il palleggio venendo in aiuto. Sa leggere i blocchi lontano dalla palla e posizionarsi di conseguenza sul campo per rimanere aggressivo sulla propria marcatura, non ha forse le gambe di qualche anno fa, quando lo abbiamo visto in maglia Juve Caserta e Dinamo Sassari, ma la sua esperienza lo aiuta, nella maggior parte dei casi, ad avere un buon impatto difensivo generale. Inquadrato da un buon sistema difensivo è un attivo difensore in aiuto e, grazie a tempismo e dimensioni, un discreto stoppatore venendo dal lato debole. Buona componente atletica per competere a rimbalzo difensivo.
Offensivamente stiamo parlando di un esterno con un discreto range di tiro ma anche con la capacità di trattare il pallone: questa stagione agli ordini di coach Martino ha prodotto più del 26% del proprio attacco in situazioni di tiro da fermo dopo uno scarico di un compagno, spesso l’elettrizzante playmaker Brandon Taylor; oltre il 16% mettendosi spalle a canestro in post, ed un solido 11% in pick and roll, da portatore di palla o da terzo uomo coinvolto dal blocco. Questa stagione sta mantenendo una media realizzativa al tiro da 3 punti intorno al 37% (Bell ed Harrison rispettivamente 28% e 36%), mentre in carriera è andato anche oltre il 40% in sole due stagioni (22 partite al Gdynia in Polonia con il 43% e 11 partite a Riga con il 41%). L’ex Findlay College ha una buona meccanica, non certo fulminea, ma piazzato sul lato debole con i giusti tempi può rivelarsi un’arma tattica importante per aprire il fronte offensivo di coach Vitucci. Esaminando le sole cifre parliamo sicuramente di un upgrade rispetto alle performance balistiche offerte finora da James Bell, analizzando nel dettaglio, come per Bell, è più indicato che prenda tiri su passaggi che lo mettano in ritmo; spesso prendendo il tiro direttamente dal palleggio, la sua meccanica risulta sporcata da molto movimento della parte superiore del corpo: spalle e torso, a volte nel tentativo di sgraffignare un fischio arbitrale a proprio favore. Le zone di maggior efficienza al tiro sono gli angoli ed il quarto di campo sinistro, molto più semplice per un destro inquadrare il canestro da quella zona. Sul totale delle triple tentate in stagione dalla Happy Casa (oltre le 800), appena il 14% sono arrivate dagli angoli con una percentuale realizzativa del 41%; mentre 286 volte (il 33% del totale) sono arrivate dal quarto di campo sinistro, dove Brindisi ha una media del 37%.
Nella sua stagione alla Reggiana Bostic si è occupato di pochi pick and roll rispetto al totale della squadra, giocandone tuttavia un discreto numero sia da bloccante che come portatore di palla. Per la verità molte di queste situazioni sono occorse in fase di gioco rotto, nelle quali il numero 5 era chiamato a tirar fuori qualcosa da un attacco che ha vissuto momenti di vera stagnazione. In questi casi comunque Josh rappresenta una chiave tattica quando utilizzato da bloccante, aprendosi poi sulla linea dei tre punti per minacciare il tiro, ed una solida alternativa quando in possesso del pallone. Non avrà a disposizione il numero di possessi in pick and roll che viene riservato ad esempio a Thompson, e ci mancherebbe visto il perfetto uso che quasi sempre ne fa il playmaker da Murfreesboro; ma offrirà una sorta di valvola di sfogo quando l’attacco sembra ingabbiato dalle difese avversarie, con il suo tiro o la capacità di giocare a due; questa stagione viaggia ad oltre 2 assist di media ed in carriera ha raggiunto anche picchi da 4 inviti ai compagni ad allacciata di scarpe. Sarebbe interessante vederlo come secondo bloccante insieme a Gaspardo per Thompson, con Gas a tagliare fortissimo al ferro per uno dei suoi funambolici alley oop, e Bostic ad aprirgli il campo piazzandosi sul perimetro.
Veniamo ora alle note stonate: prima di ogni valutazione tecnica e premettendo che una mano, nella situazione in cui si trova il roster del presidente Marino, fa sempre comodo; la questione disciplinare che ha portato all’esclusione del giocatore dalla sua squadra, e conseguente messa sul mercato, non è da sottovalutare. Esplicito riferimento a diverse interviste rilasciate da Simone Giofré, nelle quali viene espresso quanto sia importante l’aspetto umano nelle valutazioni che il direttore ed il suo staff, di concerto con allenatore e dirigenza, compiono allorquando si prospetta una possibilità di trattativa. Analizzando la questione in questi termini viene subito in mente Dominique Sutton, che oltre a condividere con Bostic l’esclusione dalla Reggiana, lo ha anticipato nell’aggregarsi ad un gruppo di coach Vitucci a stagione in corso; in quel caso l’impianto funzionò, fino a quando è possibile averne la controprova almeno, considerando l’annullamento della stagione; ma il carattere fumantino dell’ex Trento ha preso le luci del palcoscenico in più occasioni, ovviamente non abbiamo un’accurata percezione della vita nello spogliatoio bianco azzurro grazie anche al certosino lavoro di mantenimento dei confini operato dallo staff; da fuori si percepiva ieri come oggi (… e due stagioni fa) un gruppo compatto ed animi distesi, ed in qualche modo Sutton sembrava non integrarsi alla perfezione nel dipinto d’insieme. Come una parte di colore non perfettamente a tono, funzionale e magari utile in fondo, ma diversa dal resto della tela.
Da un rapido monitoraggio sui canali social del giocatore, emerge un buon rapporto con i compagni di squadra, e non sappiamo se il raffreddarsi di questo rapporto sia in conseguenza a quanto successo con coach e staff tecnico; del resto non ci sono altri episodi di allontanamento del giocatore in questione da parte di un’altra squadra, inoltre da lontano è difficile giudicare dove siano le responsabilità del naufragio dei rapporti tra staff tecnico e giocatore. Ma da oggi la storia personale e tecnica del giocatore registra un nuovo capitolo, quello a tinte biancoazzurre.
Paolo Mucedero