E i francesi ci rispettano / Che le balle ancora gli girano / E tu mi fai, dobbiamo andare al cine / E vai el cine, vacci tu. Così recita una strofa della canzone “Bartali” di Paolo Conte. E pure a me girano da quando leggo che l’Ufficio Tributi del Comune di Brindisi riaprirà, dopo due mesi di chiusura forzata a causa della mancanza di personale. E che, anziché dedicare all’ufficio le risorse umane necessarie, si è pensato di risolvere il problema con un ulteriore affidamento di 100.000 euro, per un anno, al raggruppamento temporaneo d’impresa (RTI), Creset – Maggioli, per la parte della cosiddetta “riscossione spontanea” (IMU, TASI e TARI). Quella parte che era stata internalizzata per garantire efficacia dei servizi e risparmi a favore del piano di riequilibrio finanziario. Per intendersi meglio al precedente concessionario per la riscossione è stato corrisposto un aggio medio annuale di circa 2,1 milioni di euro annui (IVA compresa) a fronte di un importo contrattuale previsto di 1,1 milioni di euro circa. Quindi con un incremento (maggiori spese per le casse comunali) di circa l’80%! Ispirandosi a logiche di efficacia ed efficienza, tenendo sempre a mente che l’ufficio tributi è l’ufficio che fornisce la “benzina” per la vita dell’ente e per erogare servizi ai cittadini, e facendo tesoro degli studi portati avanti dalla Fondazione IFEL, emanazione dell’ANCI, si era immaginato, con l’adozione di un nuovo modello integrato pubblico-privato, un ufficio che oltre a permettere un’importante riduzione delle spese con la gestione interna dei tributi maggiori, venisse incontro al cittadino permettendo un rapporto più “amichevole” con i dipendenti dell’Ufficio. Da prima che si insediasse il nuovo RTI, sia io che il dott. Simone Simeone, abbiamo chiesto per le vie brevi ed a mezzo note la necessità di destinare urgentemente le quattro unità previste a quel servizio così importante quanto indispensabile, per l’ente stesso e per la città. Alla fine l’ufficio è rimasto chiuso con enorme disagio per l’utenza. E nella delibera di giunta del 16 aprile scorso l’affidamento viene giustificato con la impossibilità di assumere stante che “nonostante le richieste inviate al Ministero, le stesse non hanno trovato risposta”. Ma da quello che mi risulta le cose non stanno proprio così! Infatti al maggio 2020 il Ministro dell’Interno, rispondendo alla nota del Comune di Brindisi con la quale lo stesso trasmetteva il piano triennale del fabbisogno del personale 2020-2022, chiedeva che venisse rinnovata la delibera del piano triennale in funzione dell’entrata in vigore di nuova normativa; chiedeva altresì ulteriori dati. Ma la risposta data dal Comune (spero di sbagliarmi) è stata incompleta. Non fosse altro che sicuramente non sono stati trasmessi gli estremi della deliberazione consiliare di approvazione del bilancio di previsione 2020/2022, come richiesto, perché solo a fine novembre 2020, grazie all’intervento del Commissario ad Acta, il bilancio veniva approvato. Motivo per cui, probabilmente, alla nota di risposta del Comune il Ministero dell’Interno non ha dato riscontro. E del resto che riscontro avrebbe potuto dare sulla base di dati incompleti?!!!
Ora risulta evidente coma la frase “nonostante le richieste inviate al Ministero, le stesse non hanno trovato risposta” possa apparire non proprio veritiera. Sempre che sia vero, come credo sia vero, che l’Ente non abbia risposto a dovere. E non capisco perché con il rischio di perdere il prezioso contributo della dott.ssa Macchitella, dirigente del PES e dell’Ufficio Patrimonio e Casa, con la necessità urgente di assumere risorse per l’ufficio tributi, istruttori direttivi per uffici diversi, assistenti sociali e due dirigenti a tempo determinato (tra cui la Macchitella) per un totale di 52 risorse umane, solo il 16 aprile scorso è stato approvato dalla giunta il nuovo piano del fabbisogno del personale per il triennio 2021-2023. Perché aspettare tanto tempo visto, come lamentato più volte dagli stessi dirigenti, l’affanno degli uffici per il sottodimensionamento della dotazione organica di quasi tutti i settori? Quindi, da una parte l’inerzia dell’Ente nel procedere alle assunzioni indispensabili per il funzionamento dell’ente e l’erogazione dei servizi essenziali, dall’altra lo stravolgimento di un servizio, quello tributi, che fa a cazzotti con il piano di riequilibrio pluriennale. Non sono un ingegnere strutturista ma credo che l’esempio calzi bene: è come se si fosse progettato di costruire un edificio con un certo numero di pilastri in cemento armato per poi decidere di toglierne uno o più, di quelli che contribuiscono a mantenere su tutta la struttura. Con l’ulteriore affidamento al RTI Creset -Maggioli del servizio Tributi Maggiori e con altre delibere e determine approvate in questi giorni sembra si voglia definitivamente minare la struttura del piano di riequilibrio. Non capisco quale possa essere l’utilità di segare il ramo su cui si è seduti!
Cristiano D’Errico (già assessore al bilancio del Comune di Brindisi)