Autore: IN EVIDENZA Rubriche Vista da Roma

Brindisi: pregi e difetti della pista ciclabile, il caso di viale Aldo Moro

Inizia a prendere forma il progetto della nuova ciclabile urbana che unirà parte della città, dal centro alla periferia. Il fulcro centrale sarà la stazione, poi da lì il tracciato si dividerà su due diversi percorsi: uno diretto verso piazza Cairoli e i corsi, l’altro verso l’esterno, e dunque Commenda, Sant’Angelo, Santa Chiara. Ed è proprio il cantiere di questo secondo tratto a destare un po’ di preoccupazione. Non solo per le tempistiche e i «classici» disagi dei lavori in corso ma anche in prospettiva, per il cambiamento che potrebbe comportare in termini di vivibilità dei quartieri coinvolti. I commenti relativi alla costruzione della nuova pista ciclabile lungo viale Aldo Moro, ad esempio, in queste settimane sembrano sprecarsi. Sui social e in giro per la città si parla di «assurdità», perfino di «scempio». Per fortuna non tutti risultano essere così negativi ma molti restano comunque di tenore ostile. Ostilità nei confronti dell’opera in sé e in altri casi perplessità per come essa è concepita: dalla scelta delle strade interessate alla posizione della pista rispetto a marciapiedi e parcheggi, fino alla gestione del cantiere. Partiamo dal presupposto che creare piste ciclabili, anche «leggere», in piena città rappresenta un compito tutt’altro che semplice per le Amministrazioni, proprio per l’impatto che possono avere sulla quotidianità dei cittadini.

Nella Capitale, ad esempio, la precedente Amministrazione iniziò un lavoro importante sulla mobilità dolce, con l’ambizione di realizzare circa 150 chilometri di piste in città. In verità, alla fine quelli realizzati furono molto meno ma il segnale dato fu comunque abbastanza significativo. In tante zone di Roma, dalla periferia al centro storico, furono realizzati tracciati ciclopedonali. Il risultato, in alcuni casi, fu di straordinario pregio, come per la pista che lambisce il Circo Massimo e regala un panorama unico e un senso di ampiezza su tutta la carreggiata. In altri, invece, pensiamo alla ciclabile di Battistini, fecero letteralmente imbestialire pendolari e residenti, riunitisi addirittura in diversi comitati per dire no all’opera. Anche a Roma, dunque, le polemiche non sono affatto mancate, tramutatesi nel tempo anche in battaglie di territorio – come detto – e in sfide politiche, a suon di interrogazioni e mozioni nei Municipi. Come spesso accade, e come avviene oggi nella nostra città, le critiche mosse dagli abitanti – ma anche da pendolari ed esercenti – sono quasi sempre le stesse. Ad esempio, che l’impossibilità di parcheggiare dinanzi alle attività commerciali causerebbe un crollo delle vendite per i negozianti della zona. Questo aspetto risulta molto interessante e a Roma era tornato alla ribalta anche qualche tempo fa quando, in occasione della delimitazione delle corsie preferenziali del Quartiere Africano, i commercianti avevano lamentato il calo degli acquisti. E il motivo era che la demarcazione della corsia rendeva praticamente impossibile la sosta selvaggia. Si può comprare, dunque, solo se si lascia la macchina in doppia fila? A quanto pare per qualcuno è così. Ma non solo, la critica principale che arriva è quella che la ciclabile toglierebbe posti auto ritenuti indispensabili per la zona – eliminati per far posto al tracciato – e stringerebbe la carreggiata, provocando un significativo aumento del traffico.

Per tutte queste ipotesi usiamo appunto il condizionale perché poi alcune teorie potrebbero essere facilmente sconfessate da esperienze concrete. Teoricamente, ad esempio, se non arrivo in auto vicino al mio negozio preferito magari inizierò ad andarci di meno. Eppure, in tante grandi città internazionali, penso a New York o Amsterdam, ma anche in altre cittadine del nord Italia, le statistiche hanno dimostrato il contrario. Le attività economiche tendono a crescere, già solo perché chi va in bicicletta tende a fermarsi di più presso i negozi locali, magari passando dal salumiere e poi al bar, per poi ritornare all’ufficio postale, senza fretta e senza essere pressato dall’auto in doppia fila. E ancora, per chi – come sicuramente accadrà – all’inizio dirà che sulle piste si vedono pochi ciclisti, basterà aspettare del tempo per vedere che gradualmente la situazione migliorerà, perché è dimostrato che più piste ciclabili ci sono e più sarà la gente che tende a utilizzarle. Allo stesso modo più io avrò una pista nei dintorni di casa e più sarò portato a percorrerla. Non ci abbattiamo, dunque. Le critiche ci sono sempre e su alcune l’Amministrazione fa bene ad ascoltare e mediare. Ma oltre alla pazienza serve anche un po’ di coraggio, per iniziare a lasciare l’auto a casa e mettersi sulle due ruote per andare al lavoro, a scuola, a fare commissioni. La nostra città, come ricordiamo spesso, per motivi climatici e morfologici si presta benissimo ad un uso quotidiano della bicicletta. Proviamo, per questo, a fare tutti la nostra parte, a cominciare dai più giovani.

Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 25 novembre 2022)

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