La speranza è quella di essere smentiti nei prossimi giorni. Faccio, tuttavia, notevole fatica a comprendere la logica che c’è dietro la scelta dei nuovi chioschi di piazzale Lenio Flacco. Da qualche giorno sono state collocate le nuove strutture: costruzioni prefabbricate che definire «fuori luogo» sarebbe fin troppo generoso. Se non fossimo a pochi metri dal mare, verrebbe da pensare a un campo per terremotati, detto col massimo rispetto per chi, nelle case container di emergenza, ha avuto la sfortuna di viverci per davvero.
Noi invece li abbiamo proprio scelti e non come strutture di necessità per qualche avvenimento catastrofico, bensì per accogliere dei chioschi in una piazza oggetto di un recentissimo restyling, di enorme valore turistico e perché no, anche di un certo peso affettivo per i brindisini. Un luogo che non rappresenta solamente lo spazio dei concerti, delle tante manifestazioni ricreative che per decenni hanno portato migliaia di cittadini «giù alla marina». Ma che è divenuto una zona turistica a tutti gli effetti, dove terminare le passeggiate sul nuovo lungomare ed alla cui banchina da alcuni anni accostano numerosissimi yacht. Va considerato, infine, che il piazzale fa anche da cornice alla imponente Fontana dell’Impero, anch’essa recentemente restaurata.
In molti sui social hanno contestato aspramente le nuove strutture, mentre qualcuno ha provato ad alleggerire gli animi chiedendo di aspettare il completamento del cantiere per giudicare l’opera nella sua interezza. Premesso che la speranza è l’ultima a morire, ma sulla base di queste scelte iniziali quale incredibile miglioria potrà mai arrivare? Quali mirabolanti modifiche potranno essere apportate a prefabbricati grigi e squadrati? Anche qualora dovessero essere rivestiti con del legno, difficilmente perderebbero l’aspetto triste e scoraggiante di una biglietteria da concerto, per non dire di peggio.
Credo che il tema riguardi in primis l’aspetto del decoro ma vi è anche una questione di opportunità. Una volta che si doveva e poteva intervenire per sostituire i datati furgoncini, non sarebbe stato utile cogliere l’occasione per mettere su delle strutture accattivanti e al passo coi tempi? Anche a basso costo si trovano idee molto interessanti. E ancora, questione più «di principio» che altro. Alla luce delle spese e dell’impegno richiesti agli imprenditori privati in tema di decoro e di occupazione di suolo pubblico; alla luce dei controlli – giusti, per carità – sulla «fioriera non dichiarata» o sullo «sgabello di colore bianco invece che nero», è giusto che quando l’iniziativa parta da un’Amministrazione pubblica il risultato sia così mediocre?
A chi afferma che i chioschi siano simili a quelli di Lungomare Vespucci, poi, va ricordato che non è così, perché si tratta di modelli differenti e che anche per quelli ci fu una fortissima critica, nonostante non si trovassero nel pieno centro storico. In virtù di quella scelta, inoltre, si sperava che le nuove strutture fossero di un altro livello, degno di un capoluogo turistico, come se ne possono vedere a Rimini, Viareggio o Bari.
Per carità, tutto è perfettibile ma si fa davvero fatica anche solo a concepire che un progetto di questo genere abbia trovato spazio. L’auspicio è quello di vedere, tra qualche settimana, un’opera attraente, funzionale e soprattutto in armonia con l’ambiente circostante. Ci speriamo.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 26 marzo 2021)
Brindisi: piazzale Lenio Flacco, sui nuovi chioschi si parte male
(Visited 1.036 times, 1 visits today)