Per un nuovo impulso allo sviluppo della citta’ ognuno faccia qualcosa. La città continua a dividersi e a separarsi. Si continua, con dichiarazioni e interventi mediatici, a chiacchierare(anche con qualche dileggio) e tutto mentre Brindisi rischia seriamente di affondare (si balla sul Titanic!). Brindisi deve ritornare a credere in se stessa e nel suo futuro, un futuro che non può prescindere dal porto, da una industria più sostenibile e anche dalla sua campagna.
Il darsi da fare, il dare ognuno il proprio contributo a costruire e a sentirsi comunità, è un dovere ineludibile. E se questo vale per ognuno vale soprattutto per chi ha responsabilità politiche , associative, istituzionali e amministrative il cui maggiore impegno, dovrebbe essere quello di unire e di spingere per “il darsi da fare” sapendo valorizzare, con umiltà e senza saccenteria, quello che in città già si fa e si sa fare.
E non si può ancora attendere che altri, da fuori, ci portino il pane a casa. Non si costruisce sviluppo e futuro attraverso la “dipendenza”. Si continuerebbe a rimanere ascari(al servizio sempre di qualcuno) e a creare ancora un’economia drogata.
La città avrebbe bisogno di una scossa, di una rottura, così come di una classe dirigente che , con autorevolezza e disinteresse, libera da fondamentalismi e parzialità, sia in grado di motivarla e impegnarla a unirsi e a darsi da fare.
La pandemia, la crisi energetica, le guerre cambiano futuro e prospettive anche e soprattutto per una città come la nostra.
Brindisi è sempre stata, nella sua storia, un crocevia e un ponte verso il mediterraneo che ha fatto del porto e della fertilità della sua campagna una forza attrattiva di popoli e il punto di riferimento delle civiltà formatesi in questa parte dell’Europa.
La storia, i monumenti sono la testimonianza di quello che è stato il rapporto tra la città, la campagna e il mare.
Si tratta di ri/mettere assieme città, campagna, porto, mare anche come presupposto di uno sviluppo industriale più sostenibile e compatibile con un territorio che, se rispettato e ben curato, è ancora ricco di potenzialità produttive industriali e agricole.
Lo schieramento politico, ma anche e soprattutto sentimentale, chiamato sinistra,a cui rimango indissolubilmente legato, si è battuto sempre per lo sviluppo delle forze produttive, pur consapevole della contraddizione latente che cova all’interno di tale sviluppo. Di questa sinistra a Brindisi si sono perse le tracce ma di essa c’è bisogno. E’ chiamata a ritrovarsi, a superare le divisioni del passato per conciliare riformismo, radicalita’ e alternativa.
Buon anno
Carmine Dipietrangelo