A coronamento di lunghi e complessi accertamenti, con il prezioso supporto dei tecnici specializzati dell’ARPA Puglia e dell’ASL Brindisi (SPESAL), i Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo (NIPAAF) di Brindisi e della Stazione di Ostuni hanno proceduto, di iniziativa, al sequestro preventivo di un impianto di produzione di calce viva e calce spenta, a Carovigno. L’operazione, denominata “Un Calcio all’Ambiente”, ha portato all’apposizione dei sigilli di tutto l’ opificio, nonché di aree nei terreni adiacenti, invase dai rifiuti delle lavorazioni, poiché sono state riscontrate numerose violazioni all’Autorizzazione Unica Ambientale rilasciata dalla Provincia di Brindisi. In particolare, l’impianto è risultato sprovvisto di un sistema fisso di trasporto in quota della strumentazione per i campionamenti dei fumi, di un sistema di bagnatura dei piazzali per evitare le emissioni diffuse di polveri. I fumi stessi, inoltre, anziché essere convogliati in uno “scrubber” (abbattitore di concentrazioni), venivano immessi direttamente dal camino in atmosfera.
Per quanto riguarda, poi, l’aspetto dei rifiuti, è emerso che il materiale vegetale utilizzato per la combustione nei forni non era esclusivamente “vergine”, bensì costituito anche da legna trattare e non meglio caratterizzata. Le ceneri di combustione venivano stoccate in maniera promiscua, con altri rifiuti, in terreni agricoli adiacenti. Altri rifiuti dell’attività giacevano stoccati, in grandi cumuli, sui piazzali aziendali senza alcuna ripartizione per tipologie, con assenza dell’apposita cartellonistica, difformemente dalle prescrizioni dell’autorizzazione. La fabbrica non è mai stata dotata di impianto di trattamento delle acque meteoriche (dissabbiatura e disoleazione), mescolate a quelle di lavaggio dei mezzi d’opera.
Infine, sono state riscontrate numerose violazioni al “Testo Unico della Sicurezza sui luoghi di lavoro (decreto legislativo n. 81 del 2008), con particolare riguardo alla valutazione dei rischi, alla conformità dell’impianto elettrico, alla manutenzione dei macchinari. Il titolare dell’impresa è stato deferito alla Procura della Repubblica di Brindisi, oltre che per le suddette violazioni, per i reati di cui all’art. 256, comma 1, del “Testo Unico Ambientale” – decreto legislativo n. 152 del 2006 (gestione di rifiuti non autorizzata), art. 23-ter del “Testo Unico dell’Edilizia e Urbanistica” – decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 (mutamento d’ uso urbanisticamente rilevante di terreni agricoli) e art. 674 del codice penale (getto pericoloso di cose). L’operazione “Un Calcio all’Ambiente” costituisce una risposta efficace, confortata da analisi specifiche ed oggettive della situazione di fatto, alle numerose segnalazioni pervenute dalla cittadinanza carovignese.