Finalmente non si potranno più fare le cosiddette «aste a doppio ribasso» sui prodotti alimentari, sono state vietate per legge. Un vittoria importante per la Flai Cgil che, insieme con l’Associazione Terra!, ha da sempre combattuto questo fenomeno che si ripercuote sull’anello debole della catena: i lavoratori agricoli. Un meccanismo perverso quello delle «aste a doppio ribasso» a cui ricorrevano spesso i gruppi della grande distribuzione per assicurarsi la fornitura di vari prodotti tra cui olio, pomodori, legumi, caffè. Si tratta di una pratica sleale. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il Decreto legislativo che attua la Direttiva del Parlamento e del Consiglio UE in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e agroalimentare. Il meccanismo del doppio ribasso funzionava in questo modo: la partecipazione all’asta scatta dopo una prima convocazione via mail da parte della grande distribuzione organizzata che chiede a tutti i fornitori di proporre un prezzo per un determinato stock di merce. Una volta pervenute le offerte, il committente ne chiede una nuova partendo da quella pervenuta nell’asta precedente col prezzo più basso. La doppia asta avviene su piattaforma digitale, dove i partecipanti ignorando chi sono gli altri concorrenti, per competere, sono costretti a ridurre ancora i costi delle prime offerte per cercare di assicurarsi la commessa. Fino a pochi giorni fa nessuno strumento legislativo regolava questo sistema di vendita che finiva per danneggiare tutta la filiera. «Un meccanismo perverso – sottolinea il Segretario generale della Flai Cgil di Brindisi Cosimo Della Porta – che finiva per ripercuotersi in maniera particolare sull’anello debole della catena, il bracciante agricolo. Finalmente ora c’è uno strumento grazie al quale questa pratica può essere fermata rimettendo al centro il rispetto della qualità del lavoro e della qualità del prodotto e in particolare anche quello dei diritti dei lavoratori agricoli spesso sacrificati e che hanno alimentato anche forme di sfruttamento della manodopera e di caporalato. Un risultato importantissimo anche per territori come quello del Brindisino ad alta vocazione agricola. Per anni i produttori, stritolati da questo meccanismo, sono stati costretti a vendere anche al di sotto dei costi di produzione. A subire gli effetti nefasti di questo meccanismo sono, come sempre, stati i più deboli».
Cosimo Della Porta – Segretario Generale Flai-Cgil Brindisi