Si respirava aria di Puglia al Salone Internazionale del Libro di Torino, a cominciare dal nome e dal cognome del direttore, Nicola Lagioia, che alle nostre orecchie allenate rivelano le sue origini baresi. Un pugliese si sentiva a casa nello stand della Regione: le luminarie di Scorrano o della Valle d’Itria – fate voi – illuminavano un candido ulivo e la sagoma delle cummerse di Locorotondo appariva già all’entrata dell’immenso padiglione. La Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, aveva il sole indosso, nel sorriso e nel giallo smagliante dei suoi abiti. Presentava la bellezza nel Viaggio nelle dimore storiche di Puglia, che ben si coniugano in terra sabauda, «perché la cultura unisce persone e territori – dichiara la nostra rappresentante – e la Puglia, partecipando a questa edizione del Salone, lega tradizione regionale a rinascita». L’autore, lo storico Riccardo Riccardi, è visibilmente emozionato, con la sua opera schiude lo scrigno dei gioielli di Puglia. I palazzi storici del libro infatti, in gran parte privati, aprono al pubblico saltuariamente e sono fuori dai circuiti turistici tradizionali. Tra questi il castello di San Vito dei Normanni, una chicca tutta da scoprire. L’Editrice Manni al Salone ha uno spazio dedicato, con la sua ricca produzione non può mancare all’appuntamento torinese. Opere prime e tante conferme: il panorama degli autori salentini è esteso e variegato. Uno per tutti Pierpaolo Lala che, con il linguista Rocco Luigi Nichil, scrive un saggio spassoso e scientifico al tempo stesso, sul linguaggio del calcio che sconfina nella politica; non per niente parla di Invasione di campo. Franco Ungaro, esperto di teatro e di cultura locale, ha curato l’edizione Carmelo Bene e altre eresie, sul geniale e irriverente artista di Campi Salentina.
Torino chiama e Brindisi risponde con Giuseppe Marchionna (foto): La Provvigione del Diavolo è il suo secondo romanzo su «Pigì Sovieri, un giornalista ficcanaso e un po’ sfigato», che fornisce la svolta ad indagini investigative. La città di Brindisi è sempre sullo sfondo e la domanda se ci siano riferimenti autobiografici nel personaggio porta a una risposta quasi scontata: «Certo che no – ribatte -. Sovieri fa parte di una generazione che ha superato la cinquantina, che dopo aver studiato, lavora e vive nella triste monotonia della città di provincia. Potrebbe fare il professore, ma sceglie il giornalismo». Viene naturale ricordare il passato politico di Giuseppe-Pino Marchionna. Nel 1991, sindaco appena trentasettenne del capoluogo brindisino, compì la più grande operazione di gestione emergenza profughi e di accoglienza al tempo stesso. In città si riversarono 25.000 albanesi in fuga dal regime comunista. Il giovane sindaco dovette decidere in fretta e fece quello che lo Stato non voleva fare. Aprì le porte della città a una fiumana di gente disperata: «Fu un atto di coraggio, ma ancor più politico – dirà in un’intervista diversi anni dopo -, si trattava di evitare che la presenza per strada di migliaia di persone, in condizioni disumane, potesse degenerare». Lo ricordano ancora a Brindisi, il sindaco che batteva i pugni sul tavolo di un Governo indifferente (alla Kruscev si dirà, anche se questi, forse, batté una scarpa). «Era la mia prima vita – minimizza Pino -, nella seconda sono stato amministratore di una società pubblica della provincia di Brindisi, nonché consulente esperto di pianificazione commerciale». Noi intanto, ci godiamo la terza di vita, quella di scrittore. Nel prossimo romanzo della trilogia, Pino, insignito della cittadinanza onoraria dalla città di Valona, ci racconterà una fiaba della mitologia albanese: Kucedra, un serpente femmina a sette teste. Non resta che darci appuntamento a Torino, quindi, all’edizione 2023 del Salone del Libro. Ma nel frattempo ci siamo trovati alla presentazione brindisina del suo libro: hai visto mai che Pino decidesse di passare, senza dirci niente, alla sua quarta vita.
Valeria Giannone