La decisione annunciata dal Ministro per la transizione ecologica Cingolani di disporre il riavvio a tutta potenza delle centrali a carbone almeno per due anni dimostra ancora una volta la irrilevanza della Amministrazione a guida Rossi rispetto a scelte di politica energetica assunte a livello nazionale. Ora ci aspettiamo dichiarazioni roboanti al pari di quanto è accaduto per i depositi di stoccaggio di gas naturale liquefatto EDISON e di carburante BRUNDISIUM cui non hanno fatto seguito pareri contrari resi nelle forme e con le modalità previste dalla Legge. Sarebbero sette gli impianti alimentati a carbone interessati di cui quattro, Centrale ENEL di Cerano inclusa, da far ripartire subito a pieno ritmo. L’elenco dei sette impianti serve anche a giocare d’anticipo rispetto a eventuali ulteriori riduzioni nelle forniture di gas dalla Russia, che potrebbe bloccare totalmente il flusso di metano. Dopo le verifiche tecniche e la firma del ministro, sarà sempre il gestore della rete elettrica nazionale a dare il via libera agli operatori. Vi sarebbe quindi lo spazio ed il tempo per avviare una interlocuzione con ENEL per avere certezza dell’avvio degli investimenti da realizzare una volta che la centrale di BRINDISI SUD cesserà definitivamente di operare e chiedere garanzie sul piano di decommissioning che deve necessariamente vedere coinvolte le imprese locali. Ma occorrerebbe anche mettere in campo una visione di lungo respiro nel settore energetico valorizzando la possibilità che Brindisi diventi un vero e proprio hub del gas atteso l’aumento della quantità di metano che transita dal gasdotto TAP, il via definitivo ricevuto dal deposito gnl di EDISON e la possibilità che riprenda vigore il progetto di gasdotto POSEIDON già autorizzato e che vedrebbe comunque Brindisi interessata atteso che la cabina di ricezione sarebbe sempre quella localizzata nel
territorio brindisino in Contrada Matagiola. Ovviamente a questo ruolo dovrebbero corrispondere adeguate misure di compensazione come quelle previste per il gasdotto TAP e rifiutate da questa Amministrazione. Giova ricordare, a tale proposito, che SNAM, a seguito delle sollecitazioni del Consigliere Regionale Fabiano AMATI e del mio ordine del giorno approvato dall’intero Consiglio Comunale, si era offerta di realizzare a proprie spese le opere di urbanizzazione in Contrada Torre Rossa così come previsto dalla Legge 239/2004. Offerta formalizzata da SNAM con nota inviata alla Amministrazione Comunale in data 22 luglio 2021 e sdegnosamente rifiutata dal Sindaco Rossi in quanto, a suo dire, quegli interventi dovevano essere realizzati con fondi della SNAM in aggiunta alle misure compensative previste per Legge e peraltro mai discusse in sede governativa. E tanto nel mentre si fa strada l’idea di utilizzare i 55 milioni di euro ancora disponibili per ridurre il peso del costo del gas sulla bolletta elettrica di tutti i pugliesi. Sul tema presenterò nuovamente una apposita mozione nel prossimo Consiglio Comunale non potendo più i brindisini pagare sulla propria pelle le posizioni ideologiche del Sindaco e della maggioranza che lo sostiene.
Gabriele Antonino – Capogruppo PRI Brindisi