La situazione in cui sta precipitando il nostro Paese diventa giorno dopo giorno sempre più grave, visto che la mancata soluzione dei problemi incide pesantemente sulla tenuta del sistema-Italia. E’ evidente che questi segnali assolutamente negativi partano proprio da zone della penisola, come quella della provincia di Brindisi, in cui i problemi del momento vanno ad aggiungersi ad una fragilità strutturale che trova le sue motivazioni in decenni di errori e di colpevoli sottovalutazioni. L’esempio dei bonus edilizi la dice lunga su ciò che sta avvenendo in Italia: le imprese hanno i cassetti fiscali pieni e quindi sono costrette, per carenza di liquidità, a fermare i cantieri in attesa di uno sblocco della situazione annunciato in più occasioni e mai attuato. E i danni maggiori – come spesso accade – vanno a ripercuotersi sulle imprese più sane e strutturate e che realizzano i lavori. Quelle, tanto per intenderci, che hanno accettato ben volentieri l’introduzione del DURC di congruità, così come dell’obbligo dell’applicazione del contratto di lavoro del comparto edile e di ogni forma di lotta contro il lavoro nero e il dumping. Ma a soffrire le conseguenze della paralisi del settore sono anche i cittadini che non possono usufruire del completamento degli interventi di efficientamento programmati e quindi di un calo dei consumi energetici (peraltro in una fase congiunturale così delicata a livello mondiale).
Ed è così che mentre a livello nazionale le forze politiche litigano e minacciano insensate crisi di governo, nei territori si avvertono i drammi di una paralisi del settore che – come evidenziato da uno studio commissionato da Ance Emilia – non trova giustificazioni neanche sui “costi” dei bonus sulle casse dello Stato, visto che è accertato un ritorno in termini economici (124,8 miliardi di euro) di gran lunga superiore alla spesa (38,7 miliardi) con la creazione di circa 700mila nuovi posti di lavoro. E’ necessario, ad ogni livello, lavorare a concrete soluzioni immediatamente applicabili. A tal proposito, nei prossimi giorni avvieremo un’interlocuzione con Confindustria Brindisi – per coinvolgere i grandi gruppi industriali che insistono sul territorio – il locale sistema bancario e Fidimpresa. Il tutto per condividere un’ipotesi progettuale dedicata alla monetizzazione dei crediti fiscali giacenti nei cassetti delle imprese. L’obiettivo è quello di realizzare un vero e proprio “piano industriale” per i bonus edilizi finalizzato a risolvere il cortocircuito, causato dal Decreto Antifrode dell’11 novembre 2021, che ha mandato in tilt il meccanismo di cessione dei crediti mentre i costruttori effettuavano investimenti, assunzioni e acquisti di mezzi e materiali.
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi