Autore: Attualità IN EVIDENZA Politica

Amati: «Il Comune di Brindisi strumentalizza i numeri dell’Asi»

“Brindisi sarà forse l’unica città dove su carta intestata del Comune e per alimentare la più sfaccendata polemica politica, si comunicano dati contabili diversi rispetto a quelli contenuti nei documenti ufficiali approvati qualche ora prima. Sicché, una sopravvenienza di oltre 800mila euro, così come scritto con chiarezza nella nota integrativa al Bilancio Asi 2019, diventa un utile d’esercizio su cui entusiasmarsi. Una prova di post-verità, per avere ragione politica strumentalizzando i numeri. Si, lo ripeto, addirittura i numeri”. Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio Fabiano Amati. “Nel comunicato alla stampa diramato ieri dal Comune di Brindisi sull’approvazione del Bilancio 2019 del Consorzio ASI, mancava solo l’accusa a Pitagora di essere passato dalla parte dei controrivoluzionari. L’assemblea dei soci ha invece approvato un Bilancio, modificato sulla base dei rilievi avanzati dai Revisori dei conti e segnalati formalmente nel parere negativo e nella relazione alla Commissione consiliare competente, evidenziando che tra i ricavi c’è una somma pari a € 838.165, quale «sopravvenienza attiva rilevata a seguito della trasmissione, nel 2019, da parte del Provveditorato per le Opere pubbliche, dei decreti di chiusura d’ufficio di concessione di finanziamento» su diversi progetti e nello specifico «della differenza tra il valore attivo iscritto in bilancio ed il valore dei decreti di chiusura».
Questo è scritto nei documenti contabili e non si può revocare attraverso la polemica politica, tendente dunque a far passare come utile d’esercizio una sopravvenienza attiva. Mi spiace invece che ancora una volta i soci del Consorzio Asi, a cominciare dalla Provincia e dal Comune di Brindisi, nulla dicano sulle ulteriori criticità segnalate più volte, e cioè su alcune procedure di reclutamento di personale, incarichi, consulenze e donazioni. Non capisco proprio a sevizio di chi si stia procedendo con questo volontario occultamento dei problemi, che non fa altro che alimentare ipotesi di accondiscenza rispetto a decisioni che sarebbero quantomeno meritevoli di approfondimento. Mi chiedo: l’occultamento è la risposta tecnica alle domande di buona gestione? Oppure è sdegnoso e aristocratico silenzio a chi solleva problemi di merito e testardamente si ostina a non comprendere che la politica non è fatta di numeri ma di teatrale appartenenza?”.

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