Autore: Attualità IN EVIDENZA

Accorpamento camerale, un altro colpo inferto ad una città morente

In copertina una foto della sede della Camera di Commercio di Brindisi col cancello chiuso, un titolo che mutua il suo nome – un tempo centro vitale dell’economia del territorio – in «camera mortuaria». Una «definizione» che sa di tragicamente definitivo, ma usarla per la sola CdC non rende l’idea; la rende meglio, invece, se si accosta a quella dell’intera città. E’ la «camera mortuaria» di una città e come ogni camera mortuaria che si rispetti ha i suoi necrofori, ben individuabili, con nome e cognome.
Ma rimaniamo per ora al Decreto del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (emanato lo scorso 15 gennaio), col quale si nominano i componenti del Consiglio della Camera di commercio di Brindisi-Taranto e che sancisce una volta per tutte la «morte» o la scomparsa dell’ente camerale brindisino accorpandolo (anche questo) a quello di Taranto. E il pensiero non può non andare al compianto Alfredo Malcarne – si starà sicuramente rivoltando nella tomba – che durante la sua presidenza si oppose con forza, non solo a parole, ad un accorpamento chiaramente penalizzante per tutto il tessuto economico brindisino.

La copertina del nostro settimanale Agenda Brindisi del 19 gennaio 2024

Il Consiglio camerale è composto da 32 (trentadue) componenti, ma col suddetto decreto sono soltanto 9 (nove) i rappresentanti di Brindisi, una decisione influenzata non dal numero delle imprese dei due territori che pare siano molto simili (42mila per Brindisi e un numero leggermente superiore, circa 45mila, per Taranto), ma molto più probabilmente dal peso specifico della nostra classe politica che, visti i risultati – questi e vari altri – è evidentemente ininfluente, forse meglio dire parecchio scarsa.
Michele Emiliano ha spesso, stucchevolmente, dichiarato il suo amore per la nostra città, Brindisi, ma visti i risultati nei diversi campi (porto, aeroporto, il tema di questo intervento e altro), deve trattarsi di un amore tossico, malato, un caso clinico: un amore che come spesso vediamo nella cronaca quotidiana conduce a epiloghi tragici … la morte di chi si dice di amare, appunto.

Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano

Ma addossare la responsabilità di tutto questo sfacelo al solo Emiliano non sarebbe esatto nel senso che si rappresenterebbe non in maniera corretta e limitativa una situazione diffusa molto grave che ha visto, e vede, molti attori barattare il proprio ruolo. Un ruolo che potrebbe e dovrebbe essere di protagonisti con quello di semplici comparse, se non di passivi spettatori; ed è un esercizio inutile elencare chi potendo e dovendo svolgere efficacemente il proprio mandato in difesa del territorio non l’ha fatto, o perché non è stato all’altezza del compito o perché distratto da qualcos’altro. E’ un elenco che è bene non fare, sarebbe colpevole dimenticare qualcuno.
Se dovessimo raccogliere in una pubblicazione tutte le dichiarazioni e le varie promesse dei politici locali, con ogni probabilità verrebbe fuori un volume da far impallidire quello scritto da Henry Darger, ma se dovessimo scrivere le cose realmente fatte e che abbiano avuto una reale e positiva ricaduta sulla città e il territorio, probabilmente sarebbe sufficiente una paginetta, bianca peraltro, visti i risultati.
E’ giusto lamentarsi e protestare per quest’ultimo colpo inferto ad una città morente, per questa continua e umiliante spoliazione, ma se ciò dovesse distrarci da tutti gli altri problemi diventerebbe un esercizio deleterio e pericoloso, aggiungendo male al male.

Dobbiamo alzare la guardia sulle sorti dell’aeroporto – ringraziando i decisi interventi della politica leccese – che a mio avviso ha, nonostante tutto, notevolissimi margini di ulteriore crescita; al porto, la cui autonomia è essenziale per recuperare un ruolo preminente che la posizione geografica, la storia e le potenzialità rimaste gli consentono di avere, ma che invece, con un palese disegno, si vuole relegare a «stazione di servizio» di Bari. Ciò con l’evidente «placet» del governatore Emiliano e di coloro, vicini o lontani politicamente, che gli consentono certi atteggiamenti.
La flebile speranza di venire fuori da tale situazione è legata alla capacità di reazione dei cittadini purché non si comportino da tifosi di questa o quell’altra forza politica ma siano invece sostenitori dell’interesse collettivo della città. In questo momento c’è bisogno di abbattere gli steccati non di erigerli.
Giorgio Sciarra (dal settimanale Agenda Brindisi – 19 gennaio 2024)

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