Autore: Attualità IN EVIDENZA

Estate al mare col Covid-19, le «istruzioni» del dr. Alfredo Sarli

(a. c.) Abbiamo chiesto al dottor Alfredo Sarli, medico e già primario di medicina interna dell’ospedale «Perrino», di occuparsi per Agenda – e con toni non solo medico-scientifici – delle questioni sanitarie e delle svariate implicazioni sociali, nazionali o locali che siano. Naturalmente, per questa intervento d’esordio non poteva prescindere dalle ripercussioni del Coronavirus, inevitabilmente rapportate alla stagione estiva.

Si riparte. Anche il solstizio d’estate ha fretta di ripartire, e lo fa dal 20 giugno. Ha fretta anche lui, come tutti noi dopo il lock down, dopo tutte le restrizioni della libertà e del mutamento delle nostre abitudini, stravolte improvvisamente da un virus sconosciuto, che in  virtù della sua appartenenza a quelli della Corona, ha dettato i tempi e il modus vivendi al pianeta terra. Come sarà allora questa estate al mare con il covid19? In questi ultimi mesi abbiamo appreso che il “distanziamento sociale” è una delle regole, se non la principale, da seguire per sconfiggere il virus. Chi l’avrebbe mai detto? Il concetto insito nella parola “sociale” dovrebbe avvicinare le persone e non “distanziarle”. Ma tant’è, tutto si trasforma, come disse Antoine-Laurent Lavoisier, anche se ovviamente non si riferiva al coronavirus, all’epoca inesistente.

Immagine simbolo del solstizio d’estate

“Tutti ar mare, tutti ar mare”, era il refrain di una canzone di Gabriella Ferri. Prendiamo visione delle regole, oltre quella del “distanziamento sociale” previste dalle Linee guida del 16 maggio per la riapertura delle attività economiche e produttive, ed in particolare per la Balneazione. I gestori degli stabilimenti balneari devono offrire una informazione capillare sulle regole da tenere per scongiurare ogni forma di contagio; è necessaria una responsabilizzazione degli utenti in spiaggia (sic!) ; occorre garantire una pulizia rigorosa e quotidiana di tutti gli spazi comuni e nella preparazione e somministrazione di cibi e bevande.

Devono assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone, indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia (per file orizzontali o a rombo). Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m. Devono assicurare una regolare e frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni, spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici, etc., comunque assicurata dopo la chiusura dell’impianto. Le attrezzature come ad es. lettini, sedie a sdraio, ombrelloni etc. vanno disinfettati ad ogni cambio di persona o nucleo famigliare. In ogni caso la sanificazione deve essere garantita ad ogni fine giornata. Deve essere evitato l’uso “promiscuo” delle cabine. Sono quindi cambiati anche i rapporti con i familiari non conviventi, che da oggi diventano rapporti “promiscui”! Mah.

Insomma ci recheremo nelle spiagge i cui odori prevalenti saranno quelli dei disinfettanti, e non potremo forse percepire il profumo che il mare ci regala quando gli siamo vicini, dovendoci accontentare solo di ascoltare “ove possibile”, lo “sciabordio” delle onde. Nel su citato regolamento vi sono una quantità industriale di regole da applicare per i gestori delle spiagge, alcune capotiche e senza costrutto,  con aggravamento di spese per la gestione del quotidiano e per il personale da assumere, tali da far ritenere che il legislatore si sia preoccupato non del “rilancio” dell’economia, ma della propria sicurezza in termine di responsabilità amministrativa e/o penale. E’ prevista, per esempio, la presenza obbligatoria dello  “steward di spiaggia”, (voi conoscevate quello dell’aereo e dei campi di calcio al massimo, eh?) che deve accompagnare ogni cliente presso l’ombrellone prenotato, come succedeva un tempo al cinema dove a film iniziato “la maschera”, armato di torcia luminosa, accompagnava gli avventori al primo posto libero)  e deve illustrargli le regole da rispettare! Il gestore deve predisporre anche una adeguata informazione, mediante cartellonistica, sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità, sperando che non si presenti all’ingresso un turco o un arabo o un cinese, o comunque un bagnate che non comprende né l’italiano, né l’inglese.

Cosa dire poi delle previste “multe stratosferiche” se qualcuno sarà colto in fallo? Se qualcuno durante il bagno verrà a contatto con uno sconosciuto che riemerge dopo un breve percorso in apnea sott’acqua, a meno del fatidico metro di distanza? Ma come, vogliamo rilanciare l’economia e costelliamo la strada della ripresa piena di trabocchetti e multe anche per i gestori che non hanno sufficientemente vigilato?  Allora ecco che abbiamo l’asso nella manica per evitare di essere colti in flagranza di reato: la mascherina. Si può fare anche il bagno con essa, in modo da poter ridurre legittimamente “il distanziamento sociale”. Unica eccezione, e ci mancherebbe altro, al distanziamento sociale, l’appartenenza allo stesso nucleo familiare. Per fortuna il temuto braccialetto “Labby Light” anti-Covid, ci è stato risparmiato. Perché per fortuna? Perché il braccialetto anti-Covid quando non è rispettata la distanza imposta dalla legge con altri utenti diversi da accompagnatori o nucleo familiare, si illumina e inizia a vibrare. Sarebbe stata una sinfonia di vibrazioni e di luci dall’alba al tramonto, e sarebbe stato in contrasto con la disposizione che ha voluto inserire il Presidente della Regione Puglia nell’ordinanza anti-covid19 n.  237 del 17 maggio 2020, che vieta l’uso del sonoro sulle spiagge per oltre di 4 ore al giorno. Evidentemente ha tenuto conto che sua maestà il Corona-virus ha diritto al riposino pomeridiano.

Gli sport individuali che si svolgono abitualmente in spiaggia (es. racchettoni) o in acqua (es. nuoto, surf, windsurf, kitesurf) possono essere regolarmente praticati, nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale. Immaginate solo per un attimo il distanziamento sociale come potrà essere mantenuto per chi gioca con i racchettoni sulla spiaggia e quali polemiche potrà generare. In conclusione, ponete la massima attenzione, quando andate “ar mare” quest’anno di portare con voi: 1) una (meglio due) mascherina chirurgica 2) un metro, per poter controllare il distanziamento sociale con gli altri ospiti 3) un documento di riconoscimento in corso di validità 4)  lo stato di famiglia in corso di validità per dimostrare di appartenere allo stesso nucleo familiare convivente, e che non vi sono “familiari promiscui”  che usano la vostra stessa cabina 5) Un disinfettante per le mani in caso di involontario contatto fisico con un altro bagnante. 6) La tachipirina, da assumere immediatamente in caso di temperatura oltre i 37,5° Celtius, pena l’mmediata espulsione dalla spiaggia e 14 giorni di squalifica. Lasciate a casa la paletta e il secchiello, ormai sono strumenti obsoleti che non aiutano a mantenere il distanziamento sociale, ma che anzi possono provocare assembramenti fra bambini. Lo scafandro ci è stato risparmiato! Bontà loro.

Alfredo Sarli – Medico (già primario di medicina interna del «Perrino» di Brindisi)

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