Autore: L'angolo della cultura Rubriche

Prua volta a sinistra

Per tradurre in concreto i (bi)sogni sociali, è indispensabile transitare dalla fase di avvio delle tecnologie d’innovazione e sviluppo a quella dell’applicazione di modelli economici «umanizzati» che ne consentano l’implementazione. Perché si vari un valido progetto, ci vogliono anche coesione sociale, responsabilità condivisa e una precisa linea politica coerente con queste istanze. E’ ovvio che la gestione dell’era post covid sarà cruciale per le sorti dell’umanità. Purtroppo gli scenari internazionali non fanno ben sperare per un felice futuro prossimo. Personaggi come Trump, Bolsonaro o Xi Jinping non mi sembrano statisti illuminati e altruisti. Ma occupiamoci dei problemi di casa nostra. Da anni siamo abituati alla politica «all’italiana», impastata con gli ingredienti del zigzagato, dell’incerto, della furbata, il tutto amalgamato con la farina della confusione. Ma la drammaticità della crisi impone un deciso cambio di rotta: gli italiani vogliono più serietà, più fatti e meno parole. La ricostruzione si deve fondare su un programma di largo respiro, né miope né equivoco. Senza una chiara e organica visione non si va da nessuna parte. Il governo in carica ha fatto molti errori, eppure dobbiamo sostenerlo, se pure «turandoci il naso», per dirla alla Montanelli. Le drammatiche contingenze dovrebbero convincere i pentastellati a sposare una linea di riformismo più deciso per attuare, con i principali alleati del PD, la migliore forma possibile di socialismo liberale. Perché al di là delle tante teorie economiche, la cosa è semplice. Se si parla di cooperazione e di solidarietà, allora non si può che guardare a sinistra, promuovendo una redistribuzione delle ricchezze. Ben venga il taglio dell’Irap, magari anche dell’Iva, e la riforma delle aliquote fiscali (sempre con progressività), ma anche la patrimoniale per i super ricchi. Poi tagli veri sugli sprechi, e lotta vera alla burocrazia, agli evasori e alle mafie. Altrimenti sarà la solita fuffa. E il naufragio.
Gabriele D’Amelj Melodia

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