La mancanza di una moglie la sopperiva con la vicinanza e l’affetto dei numerosi amici, la mancanza dell’attività di antiquario, nel suo caratteristico negozio «La Valigia delle Indie» (dopo il pensionamento) la compensava vendendo antichità porta a porta e on the road, ma ciò che Giancarlo Cafiero non aveva sopportato e metabolizzato era la calvizie che aveva irreparabilmente diradato la sua capigliatura color mogano chiaro. Per tale motivo, un berretto in testa, sia durante la stagione invernale che in quella estiva, non gli mancava mai. Giancarlo Cafiero il prossimo 30 marzo avrebbe compiuto 81 anni. La sua parabola di uomo geniale ha inizio negli anni Sessanta, dello scorso secolo, quando decide di interrompere gli studi secondari, per recarsi a Roma, dove si vuol proporre e imporre come attore. Nella capitale frequenta i corsi dell’Arte Drammatica «Silvio D’Amico», suoi compagni di recitazione sono: Paola Gassman, Giancarlo Giannini e Ugo Pagliai. Come era accaduto, tempo prima, a Giovanni Guarino, reclutato nella compagnia artistica del famoso Ermete Zacconi, egualmente, per gravi motivi di famiglia, Giancarlo è costretto a fare ritorno a Brindisi.
Superato il momento di difficoltà, Giancarlo si reinserisce nella realtà cittadina di una Brindisi che sta abbandonando l’atavica economia agricola, per tuffarsi nella scommessa industriale. Nella sua città entra in contatto con culture e mentalità avanzate a livello internazionale, poiché Brindisi, accogliente città turistica, è una realtà multietnica. Sente, allora, il bisogno nella sua positiva «frenesia» di conoscere, di trasferirsi a Parigi, nella megalopoli francese, al mattino, lavora ai Mercati Generali, la sera frequenta i cosiddetti locali «in», qui si avvicina al movimento degli esistenzialisti guidati da Jan Paul Sartre. Nel 1969 decide di chiudere con Parigi e a 27 anni si trasferisce a Milano, qui s’impone nel campo della musica leggera ed i suoi contatti privilegiati li ha con Roby Facchinetti, Adriano Celentano e Gino Paoli. La sua ecletticità gli fa guadagnare le simpatie e la fiducia del marito di Caterina Caselli che nel 1975 gli affida la rappresentanza, in Puglia, delle «Messaggerie Musicali». Giancarlo Cafiero è, tuttavia, uno spirito inquieto ed il suo interesse è attirato dalle radio private locali. Prima con la radio Gino Spedicato, poi con quella di Mimmo Mennitti si mette in evidenza con trasmissioni radiofoniche, di grande successo, di tradizioni e cultura popolare.
Quando giunge il tempo di «mettere la testa a posto», ora conta più di 40 anni, apre, in società con Galiano Lombardi, il negozio di chincaglierie, antichità, modernariato e cartoline da collezione in via Giovanni Tarantini, attività commerciale che ben presto diviene un club di riunione per Amici. Tra i vari frequentatori spicca l’illustre dialettologo, avvocato Ennio Masiello, e Giancarlo, versatile qual è, scopre il suo talento dialettale e diviene fine dicitore e impareggiabile interprete dell’idioma dialettale specialmente quando interpreta le composizioni di Ennio, facendo spesso coppia con la compianta Teresa Guadalupi. Agli inizi degli anni Novanta, il professore Ettore Catalano, conosciuto e stimato docente universitario, con cospicue e vaste esperienze di regia teatrale, lo invoglia a recitare, interpretando un copione antico, quanto inedito: «La Notte Santa» di don Agostino Chimienti. Tale esperienza teatrale, nella sua città natale, Giancarlo, sempre sotto la sapiente regia di Catalano, la replicherà per ben cinque volte. Giancarlo Cafiero, conosciuto da ogni buon brindisino, non lo vedremo più per le vie della città, tuttavia il ricordo del suo spirito, del suo sorriso, del suo humor e della sua voce ce lo renderanno presente e indimenticabile, perché Giancarlo Cafiero è uno di quei personaggi che, vividi nella memoria, non muoiono mai!
Antonio M. Caputo (Agenda Brindisi 24 febbraio 2023)
