Autore: Attualità IN EVIDENZA

Festività: quei doni che riscaldano il cuore

A bocce quasi ferme, forse vale la pena di fare qualche riflessione su uno degli aspetti più importanti delle festività natalizie che sottolinea, con grande valenza umana e affettiva, l’atavico bisogno dello «spirito del dare». Già scrive Esiodo nell’VIII secolo a.C.: «Il dono è bello, difatti l’uomo che dona spontaneamente, anche quello che fa un gran dono, gioisce del dono offerto e si rallegra nell’animo suo». (Da «Le Opere e i giorni»). Molto più tardi, intorno al 250 a.C., il siceliota Teocrito, in un suo idillio, con pensiero più delicato e minimalista, osserva che «Anche un piccolo dono, dato con amorevolezza, può essere immenso». Lirico preludio che si è incarnato nella saggezza popolare di sempre, quella che recita appunto «E’ solo un pensierino …». Purtroppo, non è sempre oro quel che luccica. C’è il rovescio della medaglia. Come ci insegnano il mito e la storia, ci sono donazioni non disinteressate e spesso perfide. Invano si sgolò il saggio Lacoonte, gran sacerdote e veggente, per convincere i suoi ingenui concittadini troiani a diffidare dei Greci che avevano lasciato lì in dono per loro quell’imponente cavallo di legno: «Non mi fido dei greci e dei doni che offrono!». Non fu ascoltato, e sappiamo tutti come andò a finire. Corsi e ricorsi: oggi, a più di tremila anni da quel fatto descritto dal «nostro» Virgilio, uno squallido episodio che ha visto protagonista un altro essere umano di nazionalità greca, questa volta una gentile signora (bionda era e bella e di gentile aspetto, per dirla alla Dante), ci dimostra che non tutti i regali sono innocenti, perché a volte non sono nobili né gli omaggianti  né gli omaggiati. Se quella bella signora si chiama Eva, ci sarà un perché … Concludo questi miei pensieri sparsi sul tema del donare parlandovi delle grandi, genuine emozioni che in questi giorni stanno allietando i nostri cuori di vecchi bambini. Tutti gli adulti, compresi i Mister Scrooge che fingono ancora di essere orsi, a Natale e all’Epifania regrediscono positivamente a livello infantile, proprio per entrare in sintonia coi piccoli di casa che, per tutto il periodo delle feste, illuminano di magico candore la realtà che li circonda, infondendo serenità, dolcezza, commozione e partecipata complicità in noi grandi, a cui piace, semel in anno, abbandonarsi ai piaceri della sospensione del principio di ogni realtà. «Effimeri siamo: cos’è qualcuno? Cos’è invece nessuno? Sogno di un’ombra è l’uomo. Ma se un lampo giunge disceso dal cielo, allora splendida luce gli uomini investe, e dolce diviene la vita». («Sogno di un’ombra», Pindaro). L’antico costume del dare e ricevere doni è uno dei riti sociali più antichi e densi di significati simbolici: è il segno di un affetto che cerca corrispondenza, di un calore umano che attende il feedback agognato, di un desiderio di fare cosa gradita e di riceverla. La gioia per i regali della Befana che in queste ore i nostri bimbi stanno spaccchettando è tutta nei loro occhi raggianti ed è il nostro  prezioso regalo, miglior viatico per affrontare le fatiche dell’anno nuovo per il quale formulo a tutti voi i miei più sentiti auguri di ogni bene.

Gabriele D’Amelj Melodia (Agenda Brindisi – 6 gennaio 2023)

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