Con una lettera inviata alla ripartizione delle attività produttive del Comune di Brindisi, Claudio Renna (amministratore della società P.C.R. srls) – in rappresentanza numerosi commercianti – ha rimarcato la grave situazione di degrado di corso Umberto «per effetto della collocazione, e permanenza per oltre 15 giorni – sino alla data della PEC, 19 aprile 2022 – di numerosi padiglioni plastificati nel mezzo di corso Umberto I. Collocazione autorizzata dal Comune nonostante il parere negativo dell’Associazione del commercianti e peraltro non assistita dall’imposizione dell’adempimento dei più elementari obblighi collaterali, quali la dotazione di servizi igienici ed il rispetto del contesto urbano, che avrebbe quanto meno attenuato – ma certo non eliminato – il grave stato di trascuratezza e degrado in cui verso la strada. I padiglioni, destinati alla vendita di prodotti alimentari e mercanzia varia, malfatti in se stessi e sciattamente tenuti, numerosi e visivamente preponderanti, risultavano assolutamente indecorosi, disarmonici e del tutto fuori contesto rispetto ad una delle più eleganti e prestigiose vie della città (dunque anche più onerosa per noi commercianti, oggetto di importanti investimenti e frutto di costanti sacrifici); via che riservata per sua vocazione a passeggio ed acquisti signorili, si trovava così ad essere trasformata, sia consentito, in una ‘fiera di paese’. A ciò si aggiunga – e non è di secondaria importanza – che i padiglioni venivano tenuti in spregio delle più elementari norme di sicurezza, ordine, pulizia e igiene: si rinvenivano in strada cavi di alimentazione completamente scoperti o collegamenti elettrici di fortuna (ove non addirittura ricavati da fori praticati nel basolato, sic!) e, a fine serata, sporcizia, disordine, abbandono.
Siffatta situazione, già imposta ai Commercianti contro il loro parere, ed il suo perdurare oltre misura, hanno compromesso fortemente decoro, gradevolezza e attrattività del Corso, che con tanto zelo ci siamo sempre impegnati a salvaguardare e promuovere, anche con iniziative congiunte; e limitavano significativamente (con un calo di incassi resosi subito evidente) l’affluenza di quanti invece abitualmente lo vivono e fruiscono dell’offerta commerciale da sempre veicolata dai nostri punti vendita (di gran lunga diversa, lo si ripete, da quella che caratterizzava i numerosi e predominnati padiglioni plastificati di cui si tratta). Intervenuta oggi, alfine, la rimozione delle strutture, in attesa e con l’auspicio del ripristino del previgente stato dei luoghi e della preesistente condizione di gradevolezza estetica, di decenza, di ordine e pulizia, chiediamo formalmente che mai più sia rinnovata una iniziativa di tal fatta da parte del Comune, quanto meno nelle modalità descritte, o che per essa sia individuata altra più appropriata zona, che non quella di Corso Umberto I, la via principale, la più signorile ed elegante della città. Riservandoci, in difetto, di tutelare le nostre ragioni in ogni competente sede».