Autore: IN EVIDENZA Spettacolo

Gibboni, il violinista più bravo del mondo: domenica concerto a Lecce

Driinn.
Giuseppe?
Sì?
Dall’altro capo del telefono risponde il violinista più bravo del mondo: Giuseppe Gibboni. Pochi mesi or sono ha vinto il Premio «Paganini», il più grande concorso mondiale per violino, una competizione che dal 1954 richiede standard elevatissimi, in ben 17 edizioni, infatti, il titolo non è stato assegnato. Domenica, 13 marzo il musicista si esibirà al Teatro Apollo di Lecce, ospite prestigioso della Camerata Musicale Salentina. Dovrei chiamarlo Maestro e dargli del lei, ma ha solo 21 anni, l’età dei miei figli, gli chiedo scusa. «Ma figuriamoci, non si preoccupi» mi rassicura, senza riuscire a passare al tu.
Cosa si prova a vincere il Premio «Paganini»? Hai la sensazione di essere entrato nella Storia?
Una grande emozione! Come vincere alle Olimpiadi. Per me è un riferimento sin da bambino. Ero piccolissimo quando ne ho sentito parlare a casa, per la prima volta. Far parte della Storia? Ci ho pensato, non subito, ma dopo un po’ di tempo e … non lo dico per vantarmi ma forse è stata scritta una piccola pagina di storia della nostra musica italiana. E di questo sono sicuramente molto orgoglioso.
Una pagina non tanto piccola, se prima di te solo tre italiani avevano ottenuto questo riconoscimento. Di questi, il primo è stato Salvatore Accardo, poi Massimo Quarta, leccese, nato nella stessa città dove ti esibirai domenica Sì, sì lo so, mi in­­terrompe e l’ultimo Giovanni Angeleri ben 25 anni fa. Ti sei ispirato ai tuoi predecessori? Esiste, secondo te, una scuola italiana di violino?
Ho avuto la fortuna di studiare in Italia con musicisti importantissimi, Salvatore Accardo è stato il mio maestro all’Accademia Stauffer, più che una scuola italiana ho avuto grandissimi docenti italiani. Oggi mi sto specializzando a Salisburgo con Pierre Amoyal Ma il mio primo maestro è stato Daniele Gibboni, mio padre.
Sei nato in una famiglia di musicisti, respiri note da quando sei venuto al mondo, questo fa pensare che il talento sia innato e invece, quanto c’è di studio e tecnica dietro i tuoi successi?
Ho sempre studiato la tecnica, le scale di Karl Flash, ad esempio, tecnica base per un violinista. Buona parte della mia giornata la dedico allo studio, almeno 5/6 ore al giorno. Come un atleta, che non può saltare gli allenamenti. Mantenere la costanza negli studi è fondamentale, anche se ultimamente devo ritagliarmi il tempo.
Il concerto di Paganini n. 1, con cui hai vinto il Premio e che eseguirai in concerto, richiede una tecnica di esecuzione e una maestria fuori dal comune, il picchettato volante o i doppi armonici sono alcuni esempi. Paganini aveva la sindrome di Marfan, senza giunture e tessuto connettivo la sua mano era particolare con muscoli e tendini di notevole elasticità. Eseguire i suoi brani richiede una capacità quasi innaturale …
Sì, infatti, Paganini ha rivoluzionato il violino e la tecnica violinistica, eseguire la sua musica ed eseguirla bene richiede una dedizione totale allo strumento.
E tu nella serata del Premio, che ho seguito in diretta, sembrava che giocassi con lo strumento, segno di una padronanza totale della tecnica. Chi ti ha insegnato questo rigore?
I miei genitori sicuramente, se è importante vivere in un ambiente musicale, lo è ancor di più avere il continuo esempio di persone che si impegnano nella loro professione. Sono stati per me un riferimento di costanza nel lavoro, l’unica che porta a dei frutti concreti, in qualsiasi mestiere.
Passione e dedizione, generosità verso lo strumento, dare tutto sé stesso, sembra questa la lezione di casa Gibboni, una generosità che manifesti anche nel rapporto con gli altri. Ho letto che a Genova hai sventato uno scippo …
Beh, sì, ero lì, minimizza. Prima della finale ho visto questa scena, una persona che afferrava una borsa e scappava via, l’ho rincorsa e ho recuperato il maltolto.
Prima della finale?
Ho avuto un tempismo insolito, perché, insomma, prima di un concorso così importante, teoricamente, si dovrebbe … pensare ad altro – ride – è capitato, continua, non l’ho fatto apposta, di solito non faccio il giustiziere.
Ma hai uno spiccato senso della giustizia, cosa pensi di Valerij Gergiev (il Direttore d’orchestra di fama internazionale – ndr) escluso dalla Scala per la sua vicinanza a Putin?
Onestamente ci ho pensato a lungo, ero proprio a Milano in quei giorni, a suonare con I Pomeriggi Musicali. Non è facile avere un giudizio sulla situazione. La guerra purtroppo è anche questo, la guerra è tanto altro, ma anche questo. Fa danni ovunque, al di là di chi ha torto o ragione la guerra riesce a far danni ovunque.
Intervista a cura di Valeria Giannone

Giuseppe Gibboni, con l’Orchestra Filarmonica Pugliese, sarà al Teatro Apollo di Lecce domenica 13 marzo 2022 (ore 18.00). Per informazioni e biglietti: Camerata Musicale Salentina 328. 0072654 – 328.0072655.

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