Che non vi sia un disegno finalizzato a provocare sistematici danneggiamenti nei luoghi di ritrovo della città credo sia abbastanza scontato, ci mancherebbe altro. Che si possa trattare semplicemente di casi di ignoranza o di stupidità sembra essere – ahinoi – la versione più probabile. Resta il fatto che se davvero sono i suoi stessi ragazzi a distruggere regolarmente i luoghi di aggregazione della città, forse è arrivata davvero l’ora di concentrarsi contro la piaga del vandalismo, oramai dilagante. Mortificano e fanno riflettere, difatti, i diversi episodi di danneggiamento che avvengono ormai abitualmente. Si usa chiamarli «raid vandalici», come si trattasse di azioni premeditate, fulminee e organizzate. Ma a che proposito? Non si tratta nemmeno del caso sporadico di qualche imbecille che, trovandosi in un parco, un locale all’aperto, finisce con gli amici a ubriacarsi e danneggiare qualcosa.
No, al contrario spesso si tratta di piani ben preparati, come quello di qualche giorno addietro nel parco Buscicchio, quando qualcuno si è introdotto addirittura nottetempo e ha agito rapidamente per poi fuggire. Un’azione con la quale si è voluta distruggere, vigliaccamente, la giostra per disabili: spaccando il pannello principale, distruggendo corde e mollettoni che permettono di far salire sui giochi in sicurezza – e far divertire – un bambino direttamente con la carrozzina. Ora, è perfino complicato distinguere se chi agisce lo faccia semplicemente per ignoranza o in malafede, e probabilmente non cambierebbe più di tanto. Ma alla luce di questa continua emergenza, che coinvolge praticamente tutti i quartieri ed è patita trasversalmente da tutti i cittadini, sarebbe ora di fare qualcosa di concreto. In primis provare a creare un maggiore legame tra i brindisini di domani e i luoghi della città. Ipotizzando, ad esempio, di incrementare tutti quegli strumenti di coinvolgimento di reti e associazioni, tutte quelle attività di sensibilizzazione nelle scuole. Pensando a una campagna dell’Amministrazione su questo tema specifico, o magari dei progetti per adottare, scuola per scuola, classe per classe, i luoghi della città. Realizzare con gli studenti dei piccoli progetti, fare dei sopralluoghi, come avvenuto recentemente, nel corso della visita alla ex caserma Ederle, visitata con gli Scout del centro, che hanno potuto conoscere da vicino un futuro luogo di aggregazione del quartiere e ai quali il Sindaco ha potuto raccontare il progetto. Allo stesso modo alcune scuole del centro potrebbero prendersi cura del ponte di vetro che sovrasta via del Mare, utilizzarlo per qualche lezione all’aperto, per dei progetti di classe. Quello spazio, su cui spesso abbiamo richiamato la necessità di attenzione, è ormai invaso da scritte e vetri rotti pur essendo una delle prime strutture che, chi entra in auto in città, si trova di fronte. E così con altri luoghi, a partire dallo stesso parco Buscicchio, dove già un ristoratore che aveva aperto un’attività ha dovuto chiudere battenti dopo l’ennesimo caso di danneggiamento alla struttura. Non si tratta, evidentemente, di sostituirsi a chi ha il dovere di controllare o di fare manutenzione. Al contrario, potrebbe essere un modo per creare un sentimento, quell’attaccamento che non sempre noi brindisini dimostriamo di avere per la nostra città. Ed è ancor più importante poterlo fare con i cittadini di domani, i più giovani. Che poi sia necessario un serio piano di controlli e una maggiore attenzione per la manutenzione questo è fuori dubbio. Sul primo punto, nonostante l’impegno delle autorità, forse si potrebbero ipotizzare dei presidi all’interno dei parchi, delle zone sportive e delle aree giochi. I casi di danneggiamenti sono tantissimi, alcuni perfino continuativi nel tempo, come accade ormai da anni nel parco Di Giulio, dove il muretto a secco e i faretti sono presi regolarmente di mira. Danni significativi sono stati recentemente perpetrati anche al pattinodromo del Casale, che tra poco riaprirà i battenti e tornerà a disposizione della cittadinanza dopo ben 13 anni. In questo caso dovrebbe essere montato anche un impianto di videosorveglianza. La speranza è che laddove non arrivino l’educazione e le buone maniere, sopraggiungano le autorità, ma in qualunque caso serve agire. Anche alla luce dell’intenzione – sicuramente nobile – da parte dell’Amministrazione di inaugurare nuove zone verdi e ricreative, a partire proprio dalla ex caserma Ederle. Aprire nuovi spazi è fondamentale ma garantire che quelli attuali siano ben tenuti è il minimo. Gioverebbe un sistema di illuminazione anche esteticamente meno gradevole ma più funzionale, magari con pali alti meno attaccabili dai vandali, servirebbero più sistemi di videosorveglianza e strumenti di deterrenza. Ma più di tutto serve il senso civico, per riscoprirci più attaccati ai luoghi della nostra città.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 4 marzo 2022)