Ha preso il via mercoledì scorso il ciclo di lezioni di storia dal titolo “Se la storia va a teatro”, iniziativa che la Fondazione Nuovo Teatro Verdi propone attraverso sei appuntamenti tra febbraio e marzo con focus su Brindisi, sui periodi della sua storia, sul ruolo della città e del suo porto negli scenari nazionali e internazionali. Sei lezioni tenute a teatro con accessibilità da remoto, della durata di tre ore ciascuna, pensate per offrire a studenti e appassionati occasioni di socialità e di conoscenza, oltre che di ricerca e di interesse. Le lezioni sono trasmesse in diretta streaming dalle 9.30 alle 12.30 sulla pagina Facebook della Fondazione, dove restano a disposizione per favorirne un’ampia fruibilità. La storia è vera come è vero il teatro, che fa spazio a un’esperienza inconsueta offrendo una lettura della città originale, non chiusa al singolo episodio ma aperta alla memoria liquida della storia e del suo divenire. Quello che si apre non è uno spettacolo, non ci sono attori che recitano una parte, non va in scena una drammaturgia. Si parla di storia fuori dalle modalità di una conferenza o di una lettura pubblica. Quello che si apre è il racconto di una città che anima di senso i luoghi vissuti. Un palcoscenico al posto della cattedra. Mercoledì scorso la prima lezione, alla scoperta dell’età del bronzo e della storia antica del territorio. Teodoro Scarano, docente dell’Università del Salento e responsabile del laboratorio di archeologia della Riserva di Torre Guaceto, ha ricostruito le campagne di ricerca svolte tra il 2008 e il 2013 che hanno consentito di documentare la presenza di un villaggio fortificato dell’età del Bronzo sugli scogli di Apani. Come anche la scoperta, fatta nel 2019, di una necropoli a cremazione risalente alla tarda età del Bronzo (XIII-XII secolo a.C.). Brindisi nel Medioevo è il tema della lezione in programma venerdì 25 febbraio con Luciana Petracca, docente di Storia Medievale dell’Università del Salento. Mille anni tra dominazioni e distruzioni, lo status di civica demaniale e la fioritura per cultura e commerci, l’ascesa del porto a scalo per l’Oriente e base di partenza per pellegrini e Crociati. La lezione mette a fuoco la figura di Federico II di Svevia, lo “Stupor Mundi” e il suo rapporto con Brindisi, terra “filia solis” inondata di luce e bellezza. Federico è il protagonista della performance teatrale della Compagnia del Sole, tratta dallo spettacolo “Secondo Federico”, nella quale prende corpo la modernità di un uomo che anticipò la storia pensando all’Europa prima dell’Europa. Le memorie di Brindisi e del suo porto in età moderna tra patrimonio materiale e immateriale sono argomento della lezione di martedì 15 marzo. Appuntamento con Giuseppe Patisso, docente di Storia Moderna dell’Università del Salento. Tra monumenti, tradizioni, cultura, economia, società e politica, la lezione inserisce nello stesso quadro l’età orsiniana, la ricostruzione aragonese, Venezia e la decadenza sotto il dominio spagnolo, la quiete del Seicento e l’egemonia austriaca, il Settecento borbonico fino all’evoluzione sotto i Napoleonidi.
Si continua venerdì 18 marzo con la lezione sulle personalità e sulle vicende delle arti figurative a Brindisi tra età moderna e contemporanea (secc. XVI-XX), a cura di Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università del Salento. Un viaggio virtuale con materiali e sussidi multimediali attraverso le opere d’arte tra le maggiori d’interesse storico-artistico conservate ed esistenti a Brindisi, dalle pitture e altri manufatti cinquecenteschi e barocchi delle chiese alle testimonianze monumentali tra Ottocento e Novecento. Alla storia contemporanea della città è dedicata la lezione di giovedì 24 marzo, a cura di Daniele De Luca, docente di Storia delle Relazioni Internazionali dell’Università del Salento. Brindisi conobbe una progressiva ripresa grazie all’apertura del Canale di Suez (1869) e alla fioritura del movimento mercantile con l’Oriente: dal 1870 al 1914 fu porto d’imbarco della “Valigia delle Indie”, poi la Grande Guerra e il ruolo strategico per le operazioni navali nell’Adriatico, nel 1927 l’elevazione a capoluogo di provincia, gli anni del secondo conflitto mondiale e la fuga del Re dopo l’8 settembre. Il porto si conferma ago del destino, a volte approdo di salvezza, come per i profughi ebrei, in prevalenza italiani, sbarcati a Brindisi all’alba del 29 novembre dopo l’espulsione dall’Egitto di Nasser. Il ciclo di lezioni si conclude martedì 29 marzo con l’incontro in presenza nelle sale della Biblioteca arcivescovile “Annibale De Leo”, a cura della direttrice Katiuscia Di Rocco su mille anni di storia di Brindisi attraverso i documenti originali – pergamene e quotidiani – ivi conservati. Un lungo compendio di memorie, di restauri e di dominazioni che fa luce sulla funzione della città nel tempo. Il filo scorre nella storia e Brindisi rimane nel grembo del suo porto, illuminata dalle civiltà e oscurata dall’abbandono e dalle devastazioni.
Roberto Romeo