Autore: Attualità IN EVIDENZA

Paolo Paticchio: il lungo viaggio del «Treno della Memoria»

Classe 1986, fondatore dell’associazione culturale Terra del Fuoco Mediterranea, presidente dell’associazione nazionale del Treno della Memoria, vicesindaco con delega alla cultura del comune di Castrignano dei Greci. L’impegno politico di Paolo Paticchio (foto) nasce da lontano, appartiene alla generazione segnata dai fatti di Genova, quando lo Stato si macchiò delle torture contro i ragazzi manifestanti. A causa delle restrizioni sanitarie, quest’anno il «treno» è partito sul web (18-28 gennaio) ma appena possibile riprenderà il suo percorso sulle rotaie. Raggiungiamo Paolo al telefono per parlare del «suo» Treno della Memoria.
Arrivato a quale edizione?
Eh … diciassettesima.
Già tempo di bilanci allora, ma prima raccontaci come è nata l’iniziativa e in cosa consiste?
La città di Torino invitò le Province a individuare degli studenti per un viaggio sul percorso della memoria. Io partii in quota alla Provincia di Lecce. Oggi la Puglia e il Piemonte sono le regioni più importanti della rete nazionale del Treno della Memoria, che conta 3000 passeggeri da ogni parte d’Italia. Nove giorni, prima tappa Berlino ripercorsa con guide storiche, a seguire Cracovia, che diventa una città «teatralizzata»: degli attori immaginano la scena prima dell’avvento del nazional socialismo, ripropongono le condizioni economiche, sociali e culturali che hanno favorito l’ascesa di Hitler. Il viaggio si conclude con il pellegrinaggio silenzioso ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’esperienza sarà suggellata da assemblee dei sottogruppi: 400 ragazzi che si confrontano, scambiandosi sentimenti, suggestioni, riflessioni.Quello che vivono gli studenti è molto forte, non è una gita, imparano la lezione della Storia vivendola e il fine non sarà di strappare un buon voto all’interrogazione. I viaggiatori infatti, devono essere «preparati» prima della partenza, con un ciclo formativo ad hoc che prevede tra gli altri laboratori storici e giochi di ruolo.

Paolo Paticchio

Hai iniziato da semplice partecipante, ora sei il Presidente della rete nazionale del Treno della Memoria. Qual è lo scopo dell’associazione?
Tenere viva la memoria nelle nuove generazioni, i ragazzi si rendono conto che la Storia non è la lezione scolastica ma si sviluppa su dinamiche umane. Capiscono quanto possano essere dannose le pratiche che marginalizzano, che catalogano il diverso. Il compito dei viaggiatori è di diventare testimoni di testimoni che per ragioni anagrafiche tendono a scomparire. Ogni fenomeno storico insegna che tra vittime e carnefici esiste un limbo dove vive il mostro dell’indifferenza. Il messaggio da veicolare è: se sei indifferente non puoi dirti innocente.
Cosa provi quando vedi i manifestanti contro il Green Pass con le stelle gialle appuntate sul petto? Non pensi si debba tener desta la memoria anche nella generazione intermedia?
I soggetti più inquietanti hanno dai 50 anni in su, uno dei compiti dei ragazzi è sostenere gli adulti in una crescita. Accetto la diversità delle posizioni ma è intollerabile quando si sminuiscono simboli che hanno raccontato le tragedie. Il compromesso si attua se i valori fondanti sono la base di partenza, su quelli non si tratta. L’ignoranza è una della chiavi ma non l’unica, nessuna categoria ci mette al riparo da possibili aberrazioni. Cultura, sì, ma anche adesione a valori umani, quando i due aspetti non camminano insieme, nascono le distorsioni
Tempo di bilanci dicevamo. Quello che fai col Treno della Memoria, dopo 17 anni, pensi abbia un senso?
Un episodio per tutti. Qualche anno fa un ragazzo partecipò con lo spirito del provocatore. Partì indossando la maglietta della Decima Mas. Nel viaggio di ritorno era cambiato, chiese scusa. L’anno dopo fu tra gli accompagnatori volontari.
Cosa attende ora Paolo Paticchio? Il suo impegno politico avviato dai fatti di Genova, come proseguirà? A proposito … come hai vissuto il G8?
Mio padre mi impedì di andarci. Per mesi non gli rivolsi la parola.

Tuo padre? Quanti anni avevi?
Nel 2001? (Paolo ci riflette su) … 15.

Valeria Giannone

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