Autore: IN EVIDENZA Rubriche Vista da Roma

Violenza sulle donne, una guerra silenziosa: gli inquietanti dati 2021

C’è una guerra silenziosa che da decenni miete centinaia di vittime e provoca morti nel nostro Paese. È una guerra dai tratti decisamente democratici, perché non fa distinzioni di censo o di razza, non si alimenta solo in periferia o nelle zone più ricche. Colpisce tutti equamente, anzi colpisce tutte allo stesso modo. Tutte quelle donne che ogni giorno sono vittime di reati di genere, violenze fisiche e psichiche da parte di mariti e fidanzati, colleghi e conoscenti, che si trasformano in stalker o in violenti seriali. Ogni giorno, pensate, sono mediamente novanta i casi di violenza sulle donne in Italia, un numero sconvolgente che rende l’idea del fenomeno tanto drammatico quanto silenzioso.
È una guerra, dunque, che solo quest’anno, fino a oggi, ha provocato 109 vittime. Quasi la metà degli omicidi avvenuti in Italia riguarda episodi di femminicidio e di questi, nel 72% delle volte, l’autore è il marito o l’ex marito, percentuale che per la Puglia sale quasi di dieci punti.
C’è, quindi, un enorme tema che riguarda la vita all’interno delle famiglie, nella quale avvengono il 63% degli episodi di violenza o di violenza assistita. Quelle situazioni, cioè, in cui i figli assistono alle esperienze quotidiane di maltrattamento dentro le mura domestiche.
In questo scenario la prima emergenza è certamente quella culturale, su cui va fatto un enorme lavoro di coinvolgimento dei più giovani. È un impegno di formazione e di sensibilizzazione attraverso una presenza costante, paziente, nelle scuole italiane, con progetti, videoclip, rappresentazioni teatrali, che possano iniziare ad aumentare la consapevolezza su questo tema.


E c’è poi un supporto costante sui territori. Solo nel 2020 i centri antiviolenza pugliesi hanno avuto 2400 accessi, il 14% in più dell’anno precedente. Confermando quella inquietante verità per la quale la pandemia ha radicalmente aumentato le violenze dentro casa, abbassando, parallelamente, il numero di donne in grado di denunciarle.
Intanto in questi giorni sta prendendo forma un nuovo pacchetto di interventi che potrebbero arrivare in Consiglio dei Ministri già la prossima settimana. L’obiettivo è quello di rendere possibile l’arresto obbligatorio in flagranza, un meccanismo che invece oggi per il codice è previsto solo nel caso di reati con una pena minima di cinque anni. Eppure, se ascoltassimo in questa fase i magistrati, gli operatori di polizia, e tutti coloro che si occupano dei reati di violenza sulle donne – ma anche bullismo, cyberbullismo e discriminazione – ognuno di loro ci dirà chiaramente che – pur servendo misure più severe – è la prevenzione la vera arma per vincere questa sfida.
Ogni gesto dunque, ogni aspetto, non va sottovalutato. Perché serve aumentare la consapevolezza nella pubblica opinione sulle radici strutturali, sulle cause e sulle conseguenze di questo fenomeno drammatico. Perché questa guerra si combatte anche rafforzando il sistema scolastico, migliorando la capacità operativa degli insegnanti, affinché questi luoghi possano divenire dei porti sicuri, ma anche intervenendo sull’influenza della comunicazione.
Anche per questo, dal 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, negli aeroporti di Brindisi e di Bari ci sarà una panchina rossa, a testimoniare che ogni giorno, mentre corriamo da una parte all’altra, presi dalla frenesia della quotidianità, quasi cento donne subiscono una violenza.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 26 novembre 2021)

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