Autore: IN EVIDENZA Rubriche Vista da Roma

La Puglia dei VIP non è un male

Anticipo subito di non essere un fan di Chiara Ferragni. Non che al contrario ci sarebbe qualcosa di male ma non ho mai seguito le sue attività, così come quelle di suo marito Fedez. Fatta questa premessa, mi hanno un po’ sbigottito i tanti commenti negativi in riferimento all’ultimo viaggio in Puglia da parte della famosa influencer, ospite in un celebre resort di lusso del Brindisino. Proprio quest’ultimo aspetto, sottolineato da molti siti web locali, ha scatenato una valanga di commenti negativi o di chi sottolineava l’inconsistenza della notizia stessa.
In realtà si tratta di una notizia. Ferragni a parte, non si può trascurare l’apporto estremamente positivo, in termini di visibilità, che esperienze di questo tipo hanno portato alla nostra regione. Pensiamo solo al tormentone «Madonna», che quest’estate ha «portato» le foto dei nostri luoghi – dal ristorantino di Ostuni agli ulivi pugliesi – in giro per il mondo, diffondendole attraverso il web.
È quello che a Firenze hanno ribattezzato «effetto Chiara Ferragni», con l’impatto straordinario avuto sugli Uffizi. Dati che hanno riguardato sia l’andamento web del celebre polo museale fiorentino, tra i più citati della giornata su diversi social, nonché per l’aspetto riguardante gli ingressi. Quasi diecimila visitatori, infatti, nel weekend in cui la Ferragni si era fatta immortalare nelle splendide sale del Vasari, sono accorsi alla biglietteria, con un incremento di quasi il 25%. In quei giorni, poi, fu proprio il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt a spegnere le polemiche, evidenziando sia il dato di crescita generale degli ingressi, ma soprattutto «un vero e proprio boom di giovani in museo», con l’arrivo di quasi il 30% in più di under 25 rispetto alla media.
Ecco, dunque, l’esempio perfetto per comprendere il potenziale di queste iniziative. Non è un caso che poi, qualche tempo dopo, la coppia – ribattezzata «Ferragnez» – sia stata protagonista di un’altra giornata culturale, invitata presso i Musei Vaticani.
Chiusa questa parentesi patinata, personalmente abbastanza insolita, il tema che si vorrebbe evidenziare è un altro. Per una regione come la nostra queste notizie rappresentato una perenne pubblicità. Tutt’altro che «un’accozzaglia di luoghi comuni tra panzerotti e focaccia», come qualcuno ha scritto, ma un assoluto consolidamento del brand della nostra terra. Può non piacere, sicuramente. Può apparire talvolta stucchevole, assolutamente. Eppure rappresenta una vetrina che non possiamo e non dobbiamo negarci. Perché muove energie, attira curiosi, rafforza la visibilità dei territori e – questo è innegabile – alla lunga rafforza l’economia locale.
Su quest’ultimo aspetto provare a chiedere a tantissimi imprenditori di piccole imprese che vivono nell’indotto della Valle d’Itria, che hanno attività legate alla stagione: bed and breakfast, forni, pasticcerie, fiorai, servizi di noleggio e così via.
Certo, resta il grande tema su quale tipo di sviluppo turistico la nostra regione deve accogliere. Ma sbaglia chi vede in questo una divisione netta, chi teme che la Puglia dei miliardari sia poi inconciliabile con quella del turismo tradizionale. Numerose esperienze dimostrano che si possono fare entrambe le cose, che si possono dare servizi di qualità diffusi su diversi livelli di spesa. Il grande obiettivo, semmai, dovrebbe essere proprio quello dei maggiori (e migliori) servizi per tutti, dei controlli sul caro prezzi, della lotta sfrenata all’abusivismo edilizio e commerciale. Una sfida ambiziosa ma non impossibile dunque.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 19 novembre 2021)

Foto fonte web: fanpage.it

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