Autore: Rubriche Zona Franca

Le altre «facce» del G20

Il G20 è il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo. I Paesi che ne fanno parte rappresentano più dell’80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta. Quest’anno è l’Italia ad avere presidenza del G20 i cui eventi sono calendarizzati da tempo e prevedevano che il 29 giugno si tenesse a Matera una riunione del ministri degli affari esteri per una sessione congiunta coi dicasteri dello sviluppo. La visita, secondo il calendario, è proseguita il 30 a Brindisi con la visita alla Base di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) gestita dal WFP (World Food Programme) e dalla quale partono i primi soccorsi di emergenza per le aree di crisi con la possibilità di raggiungerle nel giro di 24/48 ore.
La prima sessione congiunta dei Ministri degli Esteri e dello Sviluppo si è conclusa con l’adozione della «Dichiarazione di Matera», con la quale i Ministri del G20 «hanno invitato la comunità internazionale a mobilitarsi per costruire sistemi alimentari inclusivi e resilienti e così garantire a tutti un’adeguata nutrizione, al fine di raggiungere l’obiettivo ‘Zero Fame’ entro il 2030». E a proposito di «fame», la delegazione si è recata a Bari (tappa non contemplata nel calendario consultabile sul sito istituzionale del G20) per uno «spuntino» negli stand allestiti da Coldiretti Puglia, Campagna Amica e Assoenologi per un percorso enogastronomico appositamente organizzato per l’occasione. Tra le specialità pugliesi offerte, dalla pecora alla rizzola altamurana alle orecchiette del borgo antico non poteva mancare una delle leccornie pugliesi più apprezzate: il panzerotto (da noi più amichevolmente chiamato fritta). Sul come gustare correttamente questa prelibatezza, il presidente dell’AdSPMAM, Ugo Patroni Griffi, si è profuso in spiegazioni tecniche, lo ha fatto a beneficio di due simpatiche componenti della delegazione francese con le quali si è dilungato in minuziose spiegazioni persino sulla giusta inclinazione in avanti del busto per gustare i panzerotti senza sporcarsi. Si è certi che i componenti del G20 si sono salvati da schizzi di pomodoro e da «colate» incandescenti di mozzarella. L’appuntamento enogastronomico ha avuto così tanto successo che il sindaco Antonio De Caro ha dichiarato: «è stata una festa dell’accoglienza. Ne siamo orgogliosi». E ancora: «Bari pronta ad accogliere delegazioni». Dichiarazioni che giustificano il titolo di apertura dell’articolo de La Repubblica: «G20 degli Esteri, Bari supera il test».
A Brindisi, i temi affrontati sono stati, invece, strettamente legati all’assistenza umanitaria incentrata sull’importanza strategica «della Base di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite, gestita dal Programma Alimentare Mondiale (PAM). L’incontro ha valorizzato il ruolo della logistica nella risposta globale alla pandemia e alle crisi umanitarie e sanitarie del futuro. L’iniziativa è stata basata sui temi della salute e della sicurezza alimentare, alla luce degli effetti indiretti prodotti dal COVID-19 sulla capacità di approvvigionamento alimentare dei Paesi fragili».
Non v’è dubbio che questo evento abbia avuto ampia eco sui media nazionali e internazionali, di conseguenza è stata una buona occasione per promuovere anche il territorio, cosa che non guasta mai e Bari (ripeto, tappa non prevista nel calendario del G20) ha saputo approfittarne. A rimarcare tale aspetto ci ha pensato il commissario della Camera di Commercio di Brindisi Antonio D’Amore che in suo post sul social Facebook ha affermato: «A Bari il G20 è stato un evento turistico, concluso con i fuochi d’artificio offerti dalla Camera di Commercio. A Brindisi strade chiuse ed attività commerciali bloccate. Che dire? Complimenti, agli amici di Bari». Nel fare i complimenti a Bari mi unisco anche io, ma vorrei fare presente al rappresentante dell’ente camerale che è alquanto controproducente per lui, se non ridicolo, esprimere rammarico sottolineando, oltretutto che a Bari la Camera di Commercio si è fatta carico dei fuochi d’artificio. Forse mentre scriveva questo post ha dimenticato il ruolo di rappresentanza istituzionale che ricopre e che gli avrebbe tranquillamente consentito, se non di organizzare, quanto meno di essere parte proponente di una qualsiasi iniziativa. Anche perché a Bari gli organizzatori sono state le associazioni prima menzionate che, ne sono convinto, non si sarebbero tirate indietro se coinvolte anche a Brindisi. Ma per esempio, perchè non fare visitare oltre al Castello Svevo, sede della cerimonia, anche quello Alfonsino? Un percorso particolarmente suggestivo se dal castello di terra si raggiunge quello di mare con imbarcazioni che la Marina Militare non avrebbe certamente negato. Poteva essere una bella azione di marketing. O no?

Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi 2 luglio 2021)

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