Regate con e senza pubblico – Il mare offre un senso di libertà, una assenza di confini e, probabilmente, è ciò che ha suscitato la regata Brindisi-Corfù. Un senso di liberazione dopo un lungo periodo di restrizioni e lo si è percepito dalla gente che percorreva il lungomare per ammirare le barche a vela che si preparavano alla traversata. Questa è stata la 35esima edizione, forse la più sospirata, la più attesa di questa bellissima iniziativa imposta con grande abilità nel panorama nazionale da Livio Georgevich e portata avanti con dedizione da Teo Titi. Una iniziativa ancora viva e vegeta a dispetto di quanto accade a Brindisi e di una pandemia che ha inciso prepotentemente sulle nostre abitudini. E’ per questo che Fabrizio Maltinti, presidente, nel periodo più critico, del Circolo della Vela, per inaugurarla non poteva che prendere in prestito dal sommo poeta il suo verso più famoso «… e quindi uscimmo a riveder le stelle …». Pochi giorni prima, a Taranto, si era tenuta l’unica tappa italiana del campionato di SailGP, una regata che vede competere catamarani veloci, gli F50, nella rada del Mar Grande. Una bella manifestazione che auguriamo possa ripetersi negli anni futuri. Perchè accomuno queste due regate così diverse fra loro? Il motivo è molto semplice, mettere in rilievo la diversità dell’interpretazione e dell’applicazione delle stesse norme, non in due nazioni diverse, in emisferi opposti, ma nella stessa nazione, nella stessa regione a soli 70 chilometri di distanza.
A Brindisi è stato deciso che il pubblico non potesse assistere, a Taranto non solo è stato consentito ma in un modo tale che parlare di assembramento è semplicemente riduttivo. Il problema è che l’interpretazione delle regole è eccessivamente soggettiva, tanto da sfiorare alcune volte il paradosso se non il ridicolo o, peggio, trasformarsi in un grave danno per la collettività.
Il castello, il «bosco» e … – Ho visitato il Castello Alfonsino. Era qualche anno che non ci andavo perciò ho approfittato dell’invito dell’associazione Auser. E’ un luogo che ha sempre un fascino particolare, chiunque lo visiti rimane affascinato. Un pezzo importante della nostra storia trascurato per decenni, offeso, deturpato, vandalizzato dal tempo e dalla stupidità dell’uomo. Un comportamento che ha meravigliato chiunque l’abbia constatato.
Stavolta la Soprintendenza, terminata una parte degli ultimi restauri, ha deciso opportunamente di renderlo fruibile immediatamente perchè solo in questo modo si limita il degrado. Bisogna far vivere i monumenti, è il solo modo per preservarli. L’organizzazione dell’accoglienza turistica è stata affidata all’associazione «Le Colonne» ma non senza polemiche: alla luce della qualità del servizio, paiono inutili perchè l’obiettivo è quello di garantire, nell’interesse di tutti, la qualità del servizio
Mentre iniziava la visita, uno dei partecipanti ha esclamato: «Nei miei sessantacinque anni di vita questa è la prima volta che visito il castello». Pare che sia stato registrato un grosso afflusso di visitatori, anche da fuori regione, e siccome è facile prevederne un aumento, bisognerebbe pensare ad un efficiente collegamento città-castello. Conosco il monumento abbastanza bene, ho seguito tutte le diverse fasi e si può tranquillamente affermare che il primo restauro – quello eseguito svariati anni fa, in modo non proprio esemplare – è stato in grossa parte vanificato. I lavori da fare perchè il castello sia pronto ad ospitare le attività da individuare, non saranno di poco conto. Se si vorrà far rivivere il Castello occorrerà la sinergia di tutti, nessuno escluso, litigi e rigide prese di posizione oltre a non portare da nessuna parte, danno la sensazione che non si ha la piena consapevolezza della complessità della questione.
Negli stessi giorni il sindaco Riccardo Rossi, ha inaugurato la (ri)fruizione di un altro luogo caro ai brindisini, il «bosco» dell’ex Collegio navale Tommaseo, un’operazione meritoria che facendo il paio con la fruizione di Forte a Mare lascia intravedere le grandi potenzialità di questa città. Quando farete una passeggiata in quei viali, godendo della spettacolare vista sul seno di ponente, pensate se al posto della base navale vi fosse qualcos’altro, un ormeggio per la nautica da diporto o per piccole navi da crociera. Ma questo è un sogno, lasciamo perdere.
Vittorio Sgarbi, personalità controversa, per Brindisi ha avuto sempre parole di apprezzamento: «Sarà per l’euforia che porta con sé nel nome ma Brindisi mi ha dato emozioni forti. Ogni porta è aperta e la bellezza, meno esibita, è anche più intensa. Non vi è spazio per i facili miti e l’arte ha ancora una virtuosa dignità fatta di ciò che si vede, non di ciò che si sa». (La foto è di Maurizio De Virgiliis).
Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi 18 giugno 2021)