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Colori, tra convenzione e storia

L’Italia, divisa in zone colorate ormai alle spalle, è stata varata con una concezione di tipo cromatico piuttosto stramba. Per essere in linea con i colori dei simboli convenzionali, si sarebbero dovute prevedere zone verdi, gialle e rosse. Invece il ruolo del verde, tradizionale segno di via libera, è stato assegnato al bianco. In compenso, il certificato di buona salute (green pass, secondo l’anglomania imperante) è stato concepito di colore verde. Vediamo allora quali sono i riferimenti storico-culturali di questi colori. BIANCO – Il non colore per eccellenza. Ha alta luminosità ma non ha tinta. Dà subito l’idea del silenzio, del puro, dell’algido. E’ indice di pulizia, candore, igiene. Pensate agli abiti delle vestali, a quelli della prima comunione e delle nozze, ai camici di medici e infermieri, ai sanitari dei servizi igienici. VERDE – Il colore della speranza, della rinascita, della natura, dell’ecologia, del via libera. In pittura ricordiamo la tonalità del verde Veronese, quella inventata da Seurat per colorare i prati punteggiati della sua «Domenica pomeriggio», e ancora il verde carnoso e vivo delle fantastiche foreste dipinte da quel geniale visionario che fu Henri Rousseau, detto «Il doganiere». Infine, la raffinata gamma dei verdi di Tamara de Lempicka (acido, avocado, bandiera, celadon, pistacchio, smeraldo, verderame). GIALLO – Come tutti i colori caldi, il giallo è molto ambiguo. Indica allegria (Yellow Submarine, le emoticon dei social, i cartoon The Simpsons), follia (così la pensava Kandinskij), evoca l’oro e il sole. Rovescio della medaglia: è la tinta che contraddistingueva i traditori (vedi il mantello giallo del Giuda Giottesco), gli ebrei e, nel Medio Evo, anche i Musulmani. La bandiera gialla indica pericolo di contagio, il giallo del semaforo dà un avviso di attenzione (A Napoli però resta solo un «consiglio»). ARANCIONE – Il colore delle maglie della nazionale olandese e delle zucche. Si può dire che nasce dall’arancio (naranji in arabo, naranja in spagnolo, marangia a Brindisi) e si afferma con la casa dei d’Orange. Indica un livello di attenzione e di allarme. Le tute dei prigionieri di Guantanamo sono arancione, al pari delle scatole nere degli aerei e di certe divise come quelle degli operatori del 118. ROSSO – Il colore più simbolico, polisemico, significante e contraddittorio: è il colore del comunismo e dei cardinali, del sangue e dell’alkermes, dei potenti come degli umili. Sviluppato in una vasta gamma di toni (carminio, ematite, porpora, rubino, scarlatto, vermiglione ecc.), crea un forte impatto con gli occhi e col cervello, chiamato a decodificarne il messaggio a seconda dei contesti. Le «luci rosse» #possono indicare sia un locale porno sia una barriera da non superare per evitare insidie nascoste. Nella pandemia ha rappresentato il colore della massima allerta. Ora il semaforo dell’apprensione non esiste più, stiamo per approdare tutti al bianco salvifico, simbolo di luce, di purezza e di guarigione.
Gabriele D’Amelj Melodia (Rubrica CULTURA – Agenda Brindisi 28 maggio 2021)

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