Le galline e il maccherone – Nel 1995, il dottor Tonino Di Giulio (medico e cittadino attento alle problematiche sociali e ambientali, economiche e portuali) scriveva, chiedendo aiuto mediatico, al direttore del Quotidiano, Vittorio Bruno Stamerra. Di Giulio chiedeva che il porto, da lui considerato del e per il Salento, non perdesse una occasione di quel momento (Corridoio Adriatico) utile allo sviluppo portuale. Iniziava la sua lettera con un «accostamento banalissimo, irriverente forse, sicuramente sconcertante». Si riferiva al pasto delle galline e al loro comportamento: se uno dei tanti pennuti, radunatisi attorno ad «grossa coppa di maccheroni conditi, ne prende uno e lo porta lontano per mangiarselo in santa pace, il resto del gruppo (tutto) abbandona la coppa colma ed insegue la collega lottando aspramente su quell’unico maccherone asportato». L’intervento aveva per titolo: «Le galline, il maccherone e le occasioni mancate» e si riferiva ad una delle tante buone opportunità vanificate dalla mancanza di coesione o per inseguire progetti improbabili e opinabili. Non è cambiato nulla rispetto a questa lettera di un quarto di secolo fa: le «galline» inseguono sempre il «maccherone» trascurando la coppa piena e, come aggravante, non abbiamo più gente del calibro di Tonino Di Giulio.
Il solito film – non c’è niente di peggio dell’essere obbligati a vedere per l’ennesima volta un film deludente e mortificante, ma pare che qualcuno provi un perverso piacere a farlo, e noi a subirlo. L’argomento, vista l’attualità, è più che noto per cui non mi dilungo in particolari: Edison vorrebbe costruire un deposito costiero di 20mila tonnellate di Gnl; pare che inizialmente la società avesse scelto Bari dove c’è scarsità di aree retroportuali sono poche, quindi preziose per cui la preferenza è quella di utilizzarle al meglio possibile. La scelta cade su Brindisi, l’AdSP indica a Edison il sito di Costa Morena est. Monta la protesta contro la scelta dell’area poichè ciò renderebbe di fatto inutilizzabile tutta la banchina per altri traffici e oltre a questa limitazione, quell’area di Costa Morena est, è ben infrastrutturata ed è collegata con la rete ferroviaria nazionale motivo per cui è considerata strategica nel Piano Regionale dei Trasporti. Il fatto che nessuno abbia contestato l’impianto ma il sito, ha consentito che si enfatizzasse su una condizionata «unanimità» e che questa sia stata usata per costruire la strategia e la «grancassa» mediatica per mettere fretta, eludendo le contestazioni rispetto alla realizzazione dell’impianto. A monte di tutto ciò, per la realizzazione dell’impianto sarebbe stato necessario realizzare un accurato studio di fattibilità per valutarne le convenienze tecniche ed economiche non solo per l’azienda ma anche e soprattutto per il territorio, in pratica se farlo e dove farlo. Uno studio che – se è stato realizzato – ha mostrato subito i suoi limiti legati alla praticabilità della banchina. Ma oltre questo aspetto non sono state ancora fornite risposte per l’altro problema evidenziato. Nonostante le iniziali rassicurazioni, l’impianto non verrà spostato di un centimetro, Edison non gradirebbe. Si è pensato solo ad una diversa modalità di ormeggio, da qualcuno annunciata con toni trionfalistici, non capendo o non volendo capire, che parlare di cambio di sito o cambio di ormeggio, sono due cose diverse. Comunque l’ormeggio ad andana viene utilizzato per le navi Ro-Ro ma non è praticabile per le navi SSLNGC (Small Scale LNG Carriers) e comunque la Capitaneria, pare, non sia al corrente di alcuna soluzione. Sarebbe bene che ognuno, prima di esprimere la propria opinione, si informasse per bene leggendo e studiando le carte e non accontentandosi, acriticamente e pedissequamente, di applaudire le dichiarazioni di Tizio o Caio.
Un porto penalizzato – Rimane il fatto che il progetto Edison, se realizzato a Costa Morena est, compromette lo sviluppo commerciale del porto, riducendo di molto i possibili effetti positivi dell’introduzione della zona franca. E non vi sono modifiche possano renderlo accettabile in quell’area, poichè il concetto non cambierebbe, facendole perdere potenziale commerciale. Inoltre, dalla documentazione disponibile risulta che il progetto Edison servirà al 75-80% per il rifornimento di mezzi autostradali, il restante per le navi, per lo più quelle da crociera, poichè le mercantili utilizzano molto gli scrubber per abbattere le emissioni. Per quanto riguarda il traffico crocieristico, bisogna evidenziare un aspetto, ossia che al porto di Brindisi non sarà mai consentito di fare concorrenza a quello di Bari nel campo crocieristico e i numeri degli approdi sono questi: nel 2019 sono stati 234 per Bari, 41 per Brindisi. Con questi numeri sarebbe una oscenità dire che il nostro porto diventa il distributore di gas del porto di Bari che è e rimarrà il vero hub crocieristico? E se invece, per iniziare, si pensasse a completare costa Morena, riempiendo quel buco enorme e dotandola di fondali adeguati alle richieste degli operatori (come accade a Trieste)? Sarebbe certamente meglio.
Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi – 15 gennaio 2021)