C’è stato un tempo in cui da Brindisi passava letteralmente la storia. Era una fase in cui i lunghi viaggi erano sinonimo di traversate interminabili e il commercio – già globalizzato ma non ancora così moderno – richiedeva grandi spostamenti navali e lunghe soste obbligate nelle stazioni e nei porti di mezzo mondo. La Valigia delle Indie era tutto questo: un grande tragitto da Londra a Bombay, con la fondamentale tappa brindisina a fare da baricentro di un viaggio lunghissimo che, dopo il Regno Unito, attraversava Francia e Italia in treno, per approdare, appunto, nel capoluogo messapico e proseguire fino all’India.
Dal nostro porto la britannica Peninsular and Oriental Steam Navigation Company, all’epoca leader mondiale della navigazione a vapore, faceva salpare settimanalmente i suoi piroscafi. In un porto che – riuscendo a vincere la concorrenza di altri approdi importanti del Mediterraneo – era totalmente coinvolto in questa grande avventura. Se pensiamo solamente che posti «sacri» come il Grand Hotel Internazionale – all’epoca Hotel Brindisi – o il bellissimo Palazzo Montenegro erano luoghi centrali di quelle giornate, zone di transito, trattative e incontri.
Si tratta, probabilmente, di una delle pagine più belle della nostra città, di uno dei momenti più alti della sua storia, quando Brindisi era al centro delle rotte europee e mondiali, energica e cosmopolita, ancora provinciale ma aperta al mondo e alle culture forestiere. Sarebbe bello riaprire quelle pagine, poter assistere a quel trambusto lungo le banchine del porto, ascoltare lingue esotiche mischiarsi tra loro, leggere insegne e grandi pacchi postali con scritte dal sapore orientale. Insomma, godere anche per un minuto, della grande attività di quegli anni. Non così dissimile, probabilmente, da quella di quasi un secolo dopo, quando arrivi e partenze erano all’ordine del giorno e incontrare uno straniero in città sembrava fosse più facile che incontrare un brindisino. Ma sono indiscutibili il fascino e la storia appartenenti al periodo magico della Valigia delle Indie. Storie che vivono ancora nella mente di tanti brindisini, soprattutto i più grandi.
Inoltre, seppur l’attività durò sostanzialmente una quarantina di anni – dal 1870 fino al 1914, anno dello scoppio del primo conflitto mondiale – può insegnarci tanto anche sulle capacità, ma anche sugli errori, nella gestione del nostro porto.
Di questa grande storia che ci vide protagonisti, proprio in questi giorni ricorre il centocinquantesimo anniversario, celebrato in città con una serie di iniziative.
Ma a proposito di Valigia delle Indie, non possiamo trascurare la situazione complessa che riguarda l’omonimo luogo: quel negozio/museo straordinario che per quasi quarant’anni – proprio come il collegamento tra Londra e Bombay – ha custodito tesori e bellezze della nostra città e che in queste settimane è stato costretto a lasciare la storica sede di via Tarantini. Rinunciare alla magia di quel posto, e soprattutto degli oggetti custoditi con amore e passione per la città, sarebbe una perdita immensa. L’auspicio è che si trovi al più presto una completa sistemazione in uno spazio pubblico, dove poter valorizzare quel condensato di storia e tradizioni. Perché entrare in quel locale significava immergersi nella vita della nostra città, respirare la magia di un tempo passato che abbiamo il dovere di non dimenticare e di valorizzare.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi – 13 novembre 2020)
«Valigia delle Indie»: quando Brindisi era al centro del mondo
(Visited 723 times, 1 visits today)