Autore: Allegro ma non troppo Rubriche

Certe conversazioni di fine estate

Di cosa si parla in una sera di settembre quando la fine e l’inizio si incontrano e si cedono il passo, in una sorta di cerimoniale ossequioso, come due passanti in una strettoia? Amici sì, ma con incompatibilità di carattere, rispettosi l’un l’altro non ci tengono a passare per maleducati. Ed ecco che la fine dell’estate, che tarda a svanire come la tintarella sulla pelle ancora ambrata, vorrebbe dare spazio all’inizio dell’autunno, sopraggiunto con una salvifica tramontana. Ma si tratta di puri convenevoli, perché fine e inizio come due facce della stessa medaglia non possono coesistere. E dobbiamo fare i conti con una ripresa lavorativa stentata ma necessaria e un addio alle spiagge salentine, luoghi di arrembaggio e di lotta all’ultimo ombrellone.
E quindi gli argomenti sono dei più disparati. La frivolezza ammantata di profondità della modella armena scelta da Gucci, volutamente fotografata nel suo lato peggiore prima di essere gettata in pasto ai leoni da tastiera, per esempio. Ma Diosantoebenedetto, nell’era del photoshop selvaggio e degli scatti a ripetizione (100 foto per sceglierne una passabile), un’altra immagine proprio non ce l’avevano da pubblicare? A quanto pare no, volevano proprio quella. E noi, frequentatori compulsivi e un po’ annebbiati di social, come i topi del pifferaio magico cadiamo nel dirupo. E via con gli insulti da chi eleva se stesso denigrando e umiliando il prossimo, via con l’ipocrisia della «bellezza interiore» da chi ritiene di vivere su alti valori esistenziali. Per non parlare delle cinquantenni ancora bellocce (o che si illudono di esserlo) alle quali non sembra vero poter esaltare i «nuovi canoni estetici» solo perché nel confronto stavolta ne escono vincenti. E questo è un argomento di fine estate.
Meglio parlare del referendum, va. Ché almeno può contare su una permanenza nei discorsi meno effimera di una modella imbruttita, scadenza garantita al 21 settembre! E scusate se è poco, di questi tempi. Votare NO o SÌ al taglio dei par­lamentari? Beh, considerato che dobbiamo uscire dalla peggiore crisi economica dal secondo dopo guerra e che abbiamo sul groppone il debito più alto mai contratto con l’Europa, il risparmio di pochi centesimi a cittadino non mi sembra una strategia vincente nella politica del taglio dei costi. Che poi, quanto spendiamo per mettere in moto la macchina referendaria? Forse più di quanto risparmieremmo riducendo i parlamentari. E quanto pagheremo in termini di democrazia? Se quantità e qualità avessero un andamento opposto (a un minor numero di parlamentari corrispondesse una maggiore competenza) potrebbe anche avere un senso votare SÌ, ma non abbiamo nessuna garanzia che questo succeda. Anzi … Senza un’adeguata riforma elettorale saremo ancora di più ostaggio delle scelte arbitrarie dei partiti che potranno convogliare più preferenze sui loro pre-scelti. E questo, invece, può essere argomento di inizio autunno. A voi la scelta. Siete sul frivolo finto impegnato della modella armena? O sull’impegnato finto competente delle imminenti votazioni? Perché facciamocene una ragione, in entrambi i casi daremo un giudizio (sulla modella) o un voto (sul referendum) convinti di riflettere criticamente su dati obiettivi e invece ci basiamo su finte informazioni.forniteci dagli stessi di cui dsquisiamo. E quindi? Rilassiamoci e aspettiamo… Che la fine e l’inizio decidano delle precedenze.
Valeria Gannone

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