Autore: Spettacolo

Barocco Festival: le cantate barocche in lingua napoletana

Il «Barocco Festival Leonardo Leo» sfoglia il suo programma e fa nuovamente sosta a San Vito dei Normanni, nel Chiostro dei Domenicani, lunedì 31 agosto alle ore 21, con un concerto, dal titolo «Non mbide comme struio. Cantate barocche in lengua napolitana», fatto di quattro cantate su testi in napoletano, tutte per voce sola e tutte risalenti al primo trentennio del Settecento, giunte complete di testo e musica; oltre a una quinta, giunta attraverso edizioni a stampa e priva della musica. Ospite della rassegna internazionale di musica antica diretta dal M.O Cosimo Prontera, l’ensemble «Vorzilloasciutto» con il tenore Rosario Totaro. L’ingresso è gratuito previa prenotazione al tel. 347 060 4118. Le cantate sono scritte prima del 1750 e condividono il destino dell’opera buffa, della “commedeja pe mmuseca”, di cui è giunta la musica solo in pochissimi casi (7-8 opere sulle più di 150 eseguite tra il 1707 e il 1750). Tuttavia, mentre delle opere esistono i libretti che hanno consentito di studiarne i caratteri generali, le cantate si trasmettevano solo sotto forma di musica manoscritta, persa la quale non resta più alcuna testimonianza diretta. Si spiega così perché di quella che fu una produzione sicuramente molto ampia, oggi restano solo tredici composizioni più un’altra di cui sono giunti i soli versi. Le cantate meritano il predicato di capolavoro drammatico-musicale, realizzando con estrema eleganza un miracoloso connubio tra parola e musica. Tuttavia, nel tempo, i testi letterari non hanno ricevuto le stesse attenzioni dell’esecuzione. Alcuni testi sono di difficile comprensione, essendo stati trasmessi solo in forma manoscritta a differenza delle opere, anche a causa degli errori commessi dai copisti che hanno reso difficile e talvolta anche arbitraria la traduzione. La pubblicazione delle cantate ha contribuito, in ogni caso, alla conoscenza di testi, altrimenti inediti, tra i più tipici della «Scuola napoletana». Di notevole valore è il percorso realizzato dalla storica della musica Teresa Maria Gialdroni, dal titolo «Clori». Si tratta della formazione di un catalogo unico con tutte le cantate italiane a partire dal 1620 ca. fino ai primi decenni dell’Ottocento. Infatti, precedendo i primi esperimenti di opera buffa, sulla scorta dell’esperienza delle parti comiche inserite talvolta nei melodrammi del Seicento, a Napoli fiorì un repertorio che, seppure non di ispirazione popolare, coniugò la presenza dell’idioma dialettale con la accettazione dei modelli formali tipici del barocco. Questa tradizione, unica nel panorama europeo, si arricchì dei contributi di compositori poco conosciuti eppure di altissimo livello artistico: da Niccolò Grillo a Francesco Ricupero per giungere a Giulio Cesare Rubino, autori che nella maggior parte dei casi hanno lavorato a Napoli tra la metà del Seicento e quella del Settecento. L’ensemble «Vorzillo Asciutto» e il tenore Rosario Totaro ripercorrono un originale repertorio, fatto di rare cantate composte a Napoli nei primi anni del Settecento, strettamente legato alla genesi della nascente opera comica in lingua napoletana.

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